Neanche tre mesi. Questo è il tempo che è durato il servizio pulmann per gli studenti che frequentano l’Università della Calabria e che ora è stato soppresso.
Il servizio – in un paese che da sempre si lamenta della sua posizione di perifericità – era stato istituito a partire dal 7 gennaio scorso e collegava la città di Nicotera all’Ateneo cosentino (con fermata a Mesiano di Filandari e al Terminal Bus di Vibo Valentia) con partenza nella giornata di domenica e ritorno il venerdì successivo. Da sottolineare inoltre, che a differenza del servizio che si era cercato di avviare precedentemente, il pullman in questione, non passava ne da Pizzo, ne dall’Aeroporto di Lamezia e neanche da Cosenza ma era un servizio diretto per gli studenti, utilizzando l’autostrada (entrata a S. Onofrio e uscita a Cosenza Nord e viceversa per il ritorno) , comportando cioè tempi di percorrenza più brevi e costi minori.
Ciò era stato possibile grazie ad una massiccia mobilitazione popolare promossa dal Comitato per il diritto allo studio ideato da Enzo Comerci che aveva raccolto quasi 2000 firme tra Nicotera e vari comuni del comprensorio: Limbadi, Joppolo, Rombiolo, Filandari, Spilinga e Zungri. Il 2 febbraio inoltre – proprio sulle pagine di Mediterraneinews.it – lo stesso comitato ci comunicava che si era pure “riusciti ad evitare una volta per sempre il passaggio dei pulmann dal terminal bus di Cosenza che al ritorno faceva lievitare notevolmente il tempo di percorrenza”.
Passano pochi giorni però – il 15 febbraio scorso – e lo stesso Enzo Comerci è costretto a fare un appello sulla sua pagina facebook pregando i ragazzi ad utilizzare il nuovo servizio per eviutare che possa essere soppresso. E gli appelli si susseguono frenetici nei giorni successivi. Inutilmente.
Così nella giornata del 16 marzo è sempre lo stesso Comerci ad informare tutti del fatto che questo servizio è stato soppresso ma stavolta la colpa non è delle istituzioni preposte. Se infatti su duemila firmatari della petizione di istituzione dello stesso, non si riesce neanche a riempire un pulmann con 30-40 posti non si può scaricare la colpa su altri. Un vizio da sempre diffuso a Nicotera, dove per ogni presidio perduto, accanto a cause innegabili (calo demografico, disattenzione da parte della politica, ecc.) si evocano spesso “complotti” e scenari al limite della fantascienza.
In realtà è da tempo che diciamo che una città ha dignità se si impegna verso se stessa, se dimostra di avere un senso di responsabilità verso di sè. Intanto – Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur – Il pulmann non c’è più. Ha fatto la fine dei musei, della Casa della cultura, del giudice di pace, dell’Ospedale, del Ciso Calabria, del Centro per l’impiego, del laboratorio analisi e di tutta quella sfilza di presidi e di servizi che evidentemente non solo la politica – verso cui spesso scarichiamo tutte le colpe – ma anche una cittadinanza spesso distratta, non partecipe, silente non è riuscita ad impedirne lo scippo o la soppressione.
Ma non vogliamo chiudere questo articolo col solito lamento. Noi siamo infatti tra coloro che sono convinti che il riscatto di Nicotera, passi infatti sia da una critica costruttiva che prenda il posto di quella che troppo spesso qui assume la forma del piagnisteo o peggio della calunnia e anche da un rinnovato impegno di tutti.
E a chi continua a lottare per la città e alla “maggioranza silenziosa” che attende buone nuove, ricordiamo le parole di un grande apostolo della libertà, William Loyd Garrison: “Noi saremo aspri come la verità, intransigenti come la giustizia. Noi parleremo e agiremo seriamente. Non equivocheremo, non accetteremo scuse e non cederemo mai di un pollice. E saremo ascoltati”.