Pino Macino, da Pupari & Pupi
l ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ride sempre. Cuor contento, Dio l’Aiuta. Ma nel suo caso il suo sorriso a dentatura piena ha imposto una grave tributo alla benevolenza divina . Doveva dire la sua…per non rimanere schiacciato in quell’anonimato reso necessario dal bombardamento dei due vice primi ministri. E l’ha detta: pretende che il corso della prescrizione dei reati sia sospeso dopo una condanna in primo grado. E’ una idea…ci mancherebbe. Ma non fa i conti con un processo farraginoso e con un apparato che non riesce a dare giustizia in tempi ragionevoli. Fare passare questa riforma, allo stato significherebbe solo condannare migliaia e migliaia di persone ogni anno ad una angoscia a tempo indeterminato: i tempi delle impugnazioni si dilaterebbero all’infinito e la volontà di assicurare la certezza della pena si accoppierebbe con la certezza di una ingiustizia sostanziale ancor più inaccettabile. Difficile pensare che possa superare il vaglio di costituzionalità stante il principio del Giusto Processo posto a presidio di ogni abuso per lungaggine giudiziaria.
Insomma….il sistema non pagherebbe mai e ribalterebbe le conseguenze solo sull’imputato. Assurdo. Pensassero piuttosto a riordinare il processo, riequilibrare i diritti della difesa oggi calpestati dal predominio ingiustificato degli uffici di procura e riorganizzassero Uffici ed Organici.L’alternativa sarebbe la prescrizione della Giustizia.
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