Secondo la Procura di Vibo Valentia i provvedimenti eseguiti il 9/11/2018 rappresentavano la conclusione dell’operazione “Cannabis farm”.
Di parere opposto è la pronuncia del Tdl di Catanzaro per come emessa in data odierna ed in pieno accoglimento delle eccezioni, indagini difensive ed argomentazione dei difensori dell’indagato, Domenico Ascone, gli avvocati Annunziata Modafferi e Michele Ceruso.
L’ordinanza custodiale era stata emessa a conclusione dell’operazione “Cannabis farm”, condotta nel giugno scorso e che portò all’individuazione ed al sequestro di una maxi piantagione di canapa indiana situata in località Marinella di Pizzo composta da 89.624 che avrebbero fruttato sul mercato illegale circa venti milioni di euro. Nell’occasione furono arrestate sette persone sorprese a coltivare le piante. Dalle indagini successive, secondo l’accusa, sono emersi elementi a carico dei due nuovi soggetti che avrebbero avuto un ruolo ben definito nella produzione e nel traffico della droga.
In relazione a ciò all’odierno indagato sono state contestate plurime condotte tra le quali coltivazione finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente con l’aggravante ostativa dell’ articolo 80 comma 2 Legge 309/90, detenzione ai fini di spaccio e furto aggravato di energia elettrica. La parte, per il tramite dei prefetti difensori ha presentato ricorso presso il Tribunale del Riesame di Catanzaro con camera di consiglio fissata per il 29/11/2018. La difesa, con corposa memoria difensiva e deposito di indagini difensive tempestivamente espletate, ha eccepito sia l’inutilizzabilità di gran parte delle indagini della Procura, nonché, la non contestazione del dato afferente all’ingente quantitativo al proprio assistito, superando addirittura il vaglio di un asserito riconoscimento della parte.
Con provvedimento depositato nella giornata di ieri, il Collegio catanzarese ha condiviso le argomentazioni difensive annullando l’intera ordinanza cautelare e disponendo l’immediata scarcerazione di Ascone.