Matteo Salvini, nella mattinata di domani, sarà a Limbadi <per restituire alla comunità un bene confiscato alla ‘ndrangheta>. A dare la notizia è stato lo stesso ministro dell’Interno durante una delle dirette Facebook cui da tempo ha abituato i suoi sostenitori. Non si conoscono ancora i dettagli organizzativi, ma tutto lascia intuire che sia arrivato il momento della consegna dei beni confiscati all’Organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” di Cetraro, guidata da don Ennio Stamile, responsabile regionale di “Libera”. Non si tratta, quindi, di <restituire alla comunità un bene confiscato>, ma di ufficializzare il subentro della stessa “Libera” all’associazione “Riferimenti” la cui attività era stata interrotta dai guai giudiziari piovuti sulla sua coordinatrice Adriana Musella. La cerimonia della restituzione dei beni alla comunità, in realtà, c’era già stata nel febbraio del 2016 con la loro assegnazione a “Riferimenti”. L’obiettivo iniziale era quello di realizzare il “Centro studi italiano sull’antimafia e sulla cultura della legalità”, meglio noto come “Università dell’antimafia”, per la cui gestione venivano sottoscritti accordi di cooperazione con il “Piria” di Rosarno, l’Unical, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Fondazione Caponnetto e la Confapi. Un “cast” cui si aggiungevano anche la Fondazione Giorgio Ambrosoli e il Miur. Il progetto, sul quale enti, istituzioni e Stato ci hanno messo la faccia, sembrava destinato al pieno successo. Dopo una serie di convegni e seminari, però, tutto s’è miseramente arenato. Spettava alla commissione straordinaria, che dal maggio 2018 sta gestendo l’ente comunale limbadese, il compito di riaccendere i riflettori sugli immobili confiscati mediante l’emanazione di un pubblico avviso metteva i locali del Centro a disposizione di chiunque avesse avuto interesse a utilizzarli per una qualsiasi iniziativa. Il bando andava deserto, ma le polemiche fioccavano.
Tutti si aspettavano, infatti, un provvedimento mirato a far proseguire l’attività del Centro e non aperto alla libera partecipazione. La commissione straordinaria ripubblicava il bando il cui iter si concludeva con l’assegnazione dei beni all’Organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” nelle cui intenzioni c’era e c’è l’idea di rilanciare l’Università dell’antimafia rimodulandone i programmi e allargandone i confini. Complessivamente, per riqualificare e attrezzare il patrimonio confiscato, lo Stato ha speso circa 2,5 milioni di euro. L’arrivo di Salvini a Limbadi potrebbe, comunque, essere l’occasione giusta per allargare l’attenzione anche sull’ “Elefante rosso” di Nicotera Marina, un altro bene riqualificato, attrezzato, spoliato delle attrezzature musicali acquistate per sviluppare il progetto “Musicarte” e…abbandonato al suo destino dopo una spesa di oltre due milioni. Mentre, in effetti, a Limbadi il progetto dell’Università dell’antimafia appare destinato a riprendere quota e di attrezzature e arredi non è mai stato toccato nulla, a Nicotera il progetto “Musicarte” è morto sul nascere grazie anche al modus operandi dei commissari straordinari che non solo, in tre anni, non hanno mosso un dito per avviare l’iniziativa, ma hanno favorito la spoliazione della struttura destinando arredi e strumenti musicali ad altre sedi e suscitando forti perplessità tra i cittadini. Da rimarcare che tanto i beni di Limbadi che quello di Nicotera Marina risultano confiscati ormai da quasi vent’anni. Naturalmente, per l’arrivo a Limbadi del ministro dell’Interno Matteo Salvini, i vertici delle forze dell’ordine sono tutti impegnati a predisporre i massimi livelli di sicurezza. Il programma prevede l’inizio della manifestazione per le ore 10.30 di domani mattini. Intanto le aree interessate dall’arrivo del vicepresidente del Consiglio sono state ispezionate metro per metro. I Carabinieri hanno effettuato capillari sopralluoghi, mentre l’elicottero della Polizia di Stato ha ripetutamente sorvolato l’abitato limbadese e, in particolare, località “Santa” e contrada “Giardino” nella quali sono ubicate due strutture utilizzate per realizzare l’Università dell’antimafia.
Il Prefetto di Vibo, Francesco Zito, consegnerà a don Ennio Stamile, presidente dell’Organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” di Cetraro, nonché responsabile regionale di “Libera”, i beni confiscati alla criminalità organizzata e dei quali, ormai da quasi vent’anni, si è in attesa di un adeguato e definitivo utilizzo. Stando alle dichiarazioni rese da don Stamile, subito dopo l’aggiudicazione della gara, nello scorso mese di marzo, il progetto dell’Università dell’antimafia rinascerà a nuova vita e <il solco tracciato dalle tante iniziative sarà arricchito con nuovi semi e nuove idee>. A suo parere, infatti, <è un obbligo portare avanti il progetto dell’Università dell’antimafia. Anzi, lavoreremo per farne un qualcosa di più ampio e allargarne i confini a livello europeo>. In sostanza, non si tratterà più di dialogare solo con i giovani e gli studenti, ma <nelle strutture confiscate troverà spazio un centro per la formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione sulla normativa anticorruzione>. Il progetto dell’Università dell’antimafia, tra l’altro, è destinato a cambiare denominazione. <Si chiamerà – ha preannunciato don Stamile – “Università della ricerca, della memoria e dell’impegno” e sarà dedicato a Rossella Casini, studentessa fiorentina vittima della ‘ndrangheta>. La disponibilità di “Libera” a gestire i beni confiscati, tutto sommato, eviterà che Stato e istituzioni, che nell’iniziativa ci avevano messo soldi e faccia, perdano di credibilità. Don Stamile, per tutto quello che andrà a fare, conta anche sul sostegno della Regione, che, sino ad oggi, non ha dimostrato grosso interesse per l’iniziativa.