Sanità, imprenditore italo-americano, dopo nove giorni di digiuno in attesa di un esame, abbandona l’ospedale “Morelli” e vola a Chicago

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giuseppe zappani e moglie
giuseppe zappani e moglie

Che la sanità calabrese navigasse in cattive acque era cosa ben nota a tutti. Che una bocciatura solenne della sua (dis)organizzazione potesse, però, arrivare anche da oltre oceano, questo, forse, non era in preventivo. Protagonista del caso di cattiva sanità è Giuseppe Zappani, 64 anni, da adolescente emigrato a Chicago e oggi facoltoso imprenditore del settore edilizio con un “vizio” mai perduto: tornare a Coccorino, piccola frazione di Joppolo, da dove era andato via assieme ai genitori quasi cinquant’anni fa. Un appuntamento con la sua terra e con gli amici d’infanzia interrotto prima col ricovero in ospedale e, poi, col rientro d’urgenza in America perché spaventato dall’inefficienza della nostra sanità. A raccontare l’odissea vissuta da Giuseppe Zappani è il suo fraterno amico Felice Proto, noto imprenditore nicoterese. Armato di cartella clinica e testimone diretto delle disavventure dell’ospite, scoperchia il pentolone sanitario in ebollizione ormai da tempo. L’imprenditore italo-americano arriva a Coccorino lo scorso 27 luglio. Il tempo di abbracciare amici e parenti, poi un colorito giallastro sul volto, qualche dolorino all’addome.

ospedale morelli
ospedale morelli

Viene accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Vibo dove i medici di turno dispongono tutte le analisi del caso. Non emerge, a loro avviso, nulla di grave. La diagnosi parla di ittero con idrope della colicisti dovuto alla presenza di calcoli nel dotto cistico. Per avere il quadro chiaro della situazione, viene consigliata una colangiopancreatografia (ercp), esame che però l’ospedale Jazzolino non è in grado di eseguire. Il paziente viene trasferito agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Anche qui nuove analisi e nuovi esami. Non essendoci posti disponibili per il ricovero l’imprenditore di Chicago viene trasferito al “Morelli” di Reggio Calabria. E qui l’odissea diventa calvario. Nuovi esami confermano l’infiammazione della colicisti. Il paziente viene messo a digiuno e trattato con flebo in attesa di eseguire un altro accertamento per la cui effettuazione, però, è richiesta la presenza dell’anestesista. Campa cavallo. L’attesa dura sino allo scorso 6 agosto, quando Giuseppe Zappani, la moglie Agata e l’amico Felice Proto optano per un immediato rientro in America. Pagando quasi cinquemila euro, la mattina del 7 agosto l’imprenditore parte per Chicago dove viene immediatamente ricoverato. Nuove analisi e i calcoli biliari diventano…tumore al dotto cistico. Dovrebbe essere immediatamente operato, ma per lo stato di debilitazione conseguente ai nove giorni di flebo accompagnato da continui svenimenti, l’intervento è rinviato. La signora Agata ha, ora, due desideri: la guarigione del marito e il ritorno al “Morelli” <per gridare in faccia a dirigenti e medici quello che penso di loro>.

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