Coronavirus: Lettera della Conferenza Episcopale della Calabria

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 La Conferenza Episcopale della Calabria scrive:

”Carissimi confratelli,
per come a Vostra conoscenza, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri promulgato in data odierna, sono state adottate una serie di misure ancor più stringenti di quelle già in precedenza emanate, al fine di contenere e contrastare il contagio e la diffusione del Coronavirus.
Nel mentre rivolgiamo ogni preghiera al Signore, perché possa aiutare il Suo popolo ad affrontare le sofferenze cui è sottoposto ed a non smarrire la fede, che è fonte della nostra speranza e liberazione da ogni angoscia e smarrimento, ritengo doveroso effettuare una ricognizione delle disposizioni normative date, ai fini di una loro interpretazione ed applicazione quanto più possibile omogenea sull’intero territorio calabrese.
Il richiamato Dpcm 8 Marzo 2020, all’art. 2 lett- v espressamente stabilisce: “L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d).Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.

Continuando sottolinea:

”Alla luce di ciò, si ritiene opportuno:

1) sospendere, da oggi e fino al 3 aprile 2020 o a nuove indicazioni, ogni celebrazione religiosa con concorso di popolo, da intendersi anche le Sante Messe, ivi comprese le esequie come da indicazioni della Cei (CS .11/2020);

2) celebrare le esequie dei defunti esclusivamente con la benedizione della salma nelle cappelle a ciò adibite (al cimitero o presso altre strutture), o nella casa del defunto, alla sola presenza dei familiari e, comunque e sempre, osservando il rispetto della misura della distanza interpersonale di almeno un metro tra i presenti e delle altre misure igienico-sanitarie già richiamate nelle disposizioni della CEC dello scorso 24 febbraio;

3) esclusivamente in caso di comprovate necessità e urgenza, per tutte le altre celebrazioni sacramentali, qualora secondo il discernimento oculato dei parroci non sia possibile il loro rinvio, svolgere la celebrazione a porte chiuse e con la presenza dei soli familiari e comunque e sempre osservando il rispetto della misura della distanza interpersonale di almeno un metro tra i pochi presenti ammessi e delle altre misure igienico-sanitarie già richiamate nelle disposizioni della CEC dello scorso 24 febbraio.

In conformità al sopra richiamato Dpcm 8 Marzo 2020, all’art. 2 lett- v L’apertura delle chiese per la preghiera individuale, è possibile purché vengano sempre rispettate le misure igienico-sanitarie di cui al punto precedente e la distanza di sicurezza”.

Infine conclude dicendo:

”Nel delicato compito che ci attende e sulle persone affidate alle nostre cure, invoco la protezione della Mater misericordiae, affinché interceda per noi e sempre ci dia forza e coraggio per superare ogni ostacolo, anche i più irti e perigliosi, aiutandoci a testimoniare, anche in questo momento, la fede Cristo. Santi nostri Patroni, intercedete per noi e la nostra salute umana e spirituale”.

 

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