L’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti della Calabria ha rinnovato i suoi organismi, eleggendo Francesco Augurusa come presidente regionale e Pino Campisi come segretario generale.

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L’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti della Calabria ha rinnovato i suoi organismi, eleggendo Francesco Augurusa come presidente regionale e Pino Campisi come segretario generale. Augurusa, originario di Filogaso (Vibo Valentia), attuale vicepresidente nazionale del Movimento Giovani e presidente della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa, si è distinto in questi anni per avere fondato e diretto con successo in tutto il paese il progetto Virtus Lab, finalizzato a conciliare la domanda di lavoro qualificato di molte aziende italiane con la grande esigenza occupazionale di molte aree soprattutto a sud della Penisola, assicurando formazione qualificata ad oltre 1500 persone, quasi tutte assunte con contratto stabile e dignitoso grazie anche a una costante collaborazione con le diocesi italiane e l’UCID nazionale.

“La Calabria potrà intraprendere l’uscita dalla strada dell’isolamento socio-economico se saprà ritrovare fiducia e progettualità in una nuova classe dirigente che attraverso forme consolidate di impegno, come praticato dall’Ucid in settant’anni di storia, generatrice di luoghi fucine, in risposta al presente e alle prospettive di futuro” ha dichiarato il neo presidente, tracciando alcune linee guide per la nuova UCID regionale, affinché possa confermarsi proficua interlocutrice nelle istituzioni regionali e punto di rifermento per gli imprenditori, costruendo reti tra le organizzazioni di ispirazione cristiana e dando risposte concrete ai bisogni del territorio.

“In questa direzione bisogna favorire la corresponsabilità – afferma Augurusa – con una missione che si basi su tre caratteristiche: fare pensato, esempio e coerenza e generare leadership. Fare pensato inteso come capacità di attuare un agire con alla base una riflessione di risultato. Esempio e coerenza, nel senso che la società contemporanea in cui viviamo deve essere il luogo da vivere per rilanciare valori e capacità del fare verso il bene comune, la missione pilastro dell’Ucid. Generare leadership e formare classe dirigente, comunità di persone. Orientando il nostro essere in direzione dei segni dei tempi, nella consapevolezza che fedeltà è cambiamento, generando nuove idee, visione ispiratrice di futuro, in coerenza con l’ispirazione che sorge dalla dottrina sociale della Chiesa”.

Secondo Augurusa, dentro il PNRR “si articola una strategia lungo tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e l’inclusione sociale. L’Ucid ha già costruito una direzione attiva per coinvolgere e accompagnare aziende e territori. Uno dei territori di riferimento è quello industriale, accompagnato da processi formativi e di competenze adatti allo sviluppo sostenibile. Virtus Lab, spin-off dell’Ucid, è il community lab che forma ed informa attraverso i servizi di informalavoro e di formazione dei giovani per l’inserimento nel mondo del lavoro progetto. Risponde alle esigenze occupazionali delle imprese, reclutando, formando e certificando forza lavoro in linea con i profili richiesti”.

Pino Campisi, eletto segretario regionale Ucid, esperto di politiche del lavoro, avverte la necessità di alcuni interventi per “ridare forza motrice ad una Calabria che non riesce a dare risposta alle nuove generazioni, come ci indicano le Settimane Sociali: ambiente, lavoro, futuro, cambiare il modello di sviluppo, concentrati sulle fragilità del territorio, cercando tuttavia di guardare al Sud come ad un luogo di resilienza e innovazione, capace di rispondere alla vulnerabilità emergenti. Tutto questo non avrebbe un punto di partenza se non guardassimo alla nuove competenze per la nuova economia, sia italiana che europea a partire da: digital creativity, digital learning specialist, competenze sociali e civiche, sistema duale e l’apprendistato (pratiche di work based learning ) lavoratori della conoscenza con adattabilità alla società postindustriale, alla luce anche di un superamento necessario della povertà educativa presente ai vari livelli d’istruzione. Rilanciando le filiere formative, sostenendo i luoghi dove la formazione e il lavoro sono concretezza, come avviene con gli ITS”.

 

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