ALDO POLISENA: SANITA’, AL DI LA’ DELLE EMERGENZE E SENZA PIAGNISTEI,COSA FARE?

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Aldo Polisena Presidente dell’Associazione socioculturale “Alioscia” e segretario dell’ ”Associazione Progetto Città della Piana”, afferma:

“Sarebbe facile citare l’articolo 32 della Costituzione Italiana che tutela la salute e rivendicare, giustamente un Diritto fondamentale dei cittadini.

Ma preferisco partire da un esame breve di quello che è successo in Italia e in Calabria negli ultimi 15 anni, per quanto riguarda il settore della sanità e della tutela della salute”.

Polisena continua: ”Come prima considerazione, va detto che le scelte governative rispetto alla sanità hanno tradito, con i dati alla mano, i principi cardini della Riforma del Servizio Sanitario Nazionale del 1978 e cioè :l’Universalità, l’Uguaglianza, l’Equità nelle cure e nell’accesso alla sanità da parte dei cittadini.

La spesa sanitaria rispetto al PIL (prodotto interno lordo) in Italia è stata del 6,6% contro la media degli altri paesi Europei che va dal 9,5% Della Germania, al 9,3% della Francia.

I medici italiani hanno una età mediamente di 55 anni e il numero degli infermieri è del 5,8 ogni 1000 abitante, mentre a livello europeo è del 8,5 ogni 1000 abitanti.

In Italia, in dieci anni sono scomparsi 200 Istituti di cura e si sono persi 90 mila posti letto”.

Polisena aggiunge: ”Basta dare il dato economico per capire cosa sia successo in questi anni.

Il servizio sanitario ha avuto una riduzione di 37 miliardi di euro.

In Calabria, dove quasi l’80% del Bilancio Regionale è destinato per la sanità, ci siamo trovati con un buco di miliardi  di euro, con la chiusura di 18 Ospedali, senza medicina territoriale e con diverse ASP sciolte per infiltrazioni mafiose. Nel 2008 la Commissione Parlamentare sulla qualità dell’assistenza sanitaria in Calabria, rispetto ai L.E.A.(livelli essenziali di assistenza) ha stabilito che la sanità calabrese <<è da terzo mondo>>.

Che fare?

La rivoluzione? Servirebbe a qualcosa?

Abbandonare questa terra? Risolveremmo o aggraveremmo le condizioni socio economiche della Calabria?”

Polisena ancora afferma: ”Io penso che dobbiamo partire dalle cose che abbiamo e dalle esperienze positive che si sono create nell’emergenza Covid.

Intanto l’esperienza dei centri vaccinali, a partire da quello di Taurianova, pur nel tentativo e per alcuni aspetti riuscito, di arginare l’infezione Covid 19, va recuperata in un discorso di creazione di medicina territoriale.

Le USCA vanno valorizzate ancora di più per contrastare eventuale nuove emergenze e il personale assunto a tempo determinato va stabilizzato anche per  intervenire con urgenza a coprire la grande carenza di personale medico ed infermieristico.

Abbiamo registrato il grande contributo e sacrificio di medici, primari, infermieri dato alla battaglia contro la pandemia( ancora in corso) e per questo pensiamo che la nuova Commissaria dell’Asp di Reggio Calabria Dott.ssa Lucia Di Furia e lo stesso Commissario -Presidente, Roberto Occhiuto dovrebbero valorizzare in attività di coordinamento e di rinascita della nuova sanità dell’area Metropolitana.

Il problema della carenza di personale sanitario è strutturale e non si risolve tirando la coperta da una parte all’altra. Va pensato e messo in atto un progetto straordinario di reperimento di tutta una serie di figure professionali che, partendo dalle emergenze, come quelle del Santa Maria Degli Ungheresi di Polistena, possa aiutare la realizzazione del PIANO SANITARIO TERRITORIALE  con la nascita degli ospedale e delle Case di Comunità”.

Polisena puntualizza :”Il problema degli Ospedale e delle Case di Comunità non è solo quello del reperimento dei locali. Infatti abbiamo strutture ospedaliere dismesse in tanti comuni e ancora in buone condizioni strutturali ed inoltre i comuni hanno anche a disposizione altre strutture da poter adeguare con immediatezza e che possono servire allo scopo. Il problema è il personale specialistico perché  per far funzionare  le nuove  strutture 24 ore su 24 serviranno : infermieri, Medici, ecografi, cardiologi, pneumologi, diabetologi, psicologi tutto personale in grado  di effettuare servizi diagnostici, punti di Accesso, Punti  prelievi, telemedicina e programmi di screening”.

Infine Aldo Polisena conclude: ”La sanità dell’Area Metropolitana e della Piana ha bisogno di misure eccezionali e coraggiose e recuperare in positivo l’esperienza Covid che ci ha insegnato che, solo con una medicina sul territorio si possono combattere le emergenze e si può alleggerire il carico sugli Ospedali e sui Pronto Soccorso  che sono al limite della sopportazione”.

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