Erosione costiera: mentre la Regione pensa, la furia delle mareggiate “ingoia” il litorale

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L’ultima mareggiata abbattutasi sul litorale nicoterese lascia ancora volta il segno. E, puntualmente, torna a galla il problema dell’erosione costiera. In effetti, circa trecento metri di spiaggia sono stati seppelliti da un notevole strato di scogli di ogni dimensione, mentre un paio di stabilimenti balneari hanno dovuto fare i conti con la violenza delle onde. Gli stessi marinai sono stati costretti a ritirare le barche sino al limite del lungomare e, a tempesta finita, per poter uscire in mare, si son dovuti armare di buona volontà per aprire un varco tra gli scogli scaraventati sull’arenile dai marosi. E non sono mancati i danni ad una struttura a ridosso della scogliera e abitata anche d’inverno. Le onde hanno aggredito il muretto di protezione dello stabile, e quando le acque si sono calmate, sul terreno adiacente la struttura è rimasto uno strato compatto di pietre miste a sporcizia di ogni tipo. Una situazione sconcertante che genera malcontento soprattutto tra i gestori dei lidi e i pescatori ormai stanchi di aspettare interventi promessi da decenni e mai effettuati. A destare rabbia è anche il fatto che nessuno si preoccupi di un fenomeno che sta ingoiando l’intero litorale calabrese. Peraltro, non è tanto una questione di risorse, quanto una sorta indolenza da parte della politica sempre meno attenta a situazioni di rischio per le persone, per le strutture e per il turismo. Che fare, allora? Cittadini, pescatori, imprenditori turistici non sanno più a che santo votarsi. A Nicotera Marina s’è formato un comitato per accendere i riflettori sul fenomeno dell’erosione e sulle sue conseguenze, mentre la Lega navale guidata da Biagio D’Ambrosio si sta muovendo per far sentire la sua voce. Stessa cosa era già avvenuta di recente lungo la costa di Capo Vaticano dove un nutrito gruppo di cittadini guidato da Debora Valente era sceso in campo per richiamare l’attenzione delle istituzioni sui danni provocati dalle mareggiate.

Per certo, non è questione di risorse finanziarie. A disposizione ci dovrebbe ancora essere un bel gruzzolo. Nel 2017, infatti, la Regione, nel varare il “Documento programmatico di difesa del suolo”, attingendo tanto ai fondi Por 2014/2020 che a quelli del “Patto per lo sviluppo della Calabria”, metteva insieme la bella somma di 233.740.500 milioni di euro di cui 65.424.795 riservati alla messa in sicurezza dei tratti di litorale più esposti al rischio mareggiate. In tale contesto, 3,5 milioni venivano destinati al tratto costiero Nicotera-Capo Vaticano e altri 5 al tratto Tropea-Pizzo. A sette anni di distanza, tutto è fermo al punto di partenza e le conseguenze della solita strategia attendista sono sotto gli occhi di tutti. La politica pensa, il litorale muore. Sino ad oggi, un solo passo avanti. La Regione, nel 2022, ha bandito la gara per l’affidamento, nell’ambito del decreto regionale n. 355/17, <dei servizi di ingegneria e architettura finalizzati alla realizzazione di interventi integrati per il completamento delle opere di difesa costiera> lungo il tratto di litorale compreso tra la foce del Mesima e la spiaggia “Formicoli” di Capo Vaticano. L’incarico per la progettazione è stato assegnato alla “Martech Marine Technical System Srl” di Cagliari, che s’è aggiudicata la gara in virtù di un ribasso del 34,51% riducendo l’importo iniziale di 197.713 euro a 129.482 euro. Son passati quasi due anni, novità nessuna. Martech Marine Technical System Srl

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