CONTRO OGNI IPOTESI DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA CHE MIRA AD AUMENTARE LE DISEGUAGLIANZE TRA CITTADINI PER LA REALIZZAZIONE DELLA COSTITUZIONE FONDATA SULL’EGUAGLIANZA  

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Tutto iniziò nel 2001, all’epoca del Governo D’Alema, con la modifica del Titolo V della Costituzione, che di fatto ha reso possibile il progetto di Autonomia Differenziata, destinato ad accentuare le distanze tra le Regioni, e quindi tra i cittadini. In realtà tutto era cominciato dieci anni prima, all’epoca della fondazione della “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania”, di Umberto Bossi, di Gianfranco Miglio, Roberto Maroni e Roberto Calderoli, quando si parlò di “secessione” e di “macro-regioni”.

La svolta decisiva verso il progetto di “differenziazioni tra le Regioni” si verifica con la vittoria elettorale della coalizione di centrodestra, grazie alla quale nasce l’attuale governo Meloni, fondato su un “patto scellerato” tra i tre leaders alleati, che concordano tre scelte programmatiche: l’autonomia differenziata della Lega Salvini, gli interventi sulla Giustizia e sui Magistrati di Forza Italia, il progetto di riforma costituzionale di Fratelli d’Italia mirato a rafforzare i poteri del Presidente del Consiglio, eletto direttamente dal popolo (“vota Giorgia” al posto di “vota Antonio, vota Antonio”).

L’ Autonomia Differenziata attribuisce alle Regioni autonomia legislativa su materie precedentemente di competenza esclusiva dello Stato.  Di conseguenza sanità, protezione civile, ricerca, porti ed aeroporti, beni culturali saranno, quindi, di competenza delle Regioni che potranno legiferare anche su giustizia, istruzione e tutela dell’ambiente (Veneto e Lombardia avevano già chiesto autonomia differenziata su tutte le 23 materie possibili, Emilia Romagna su 15 materie, Campania e Puglia sulla sanità).

L’Autonomia Differenziata, così come viene proposta, lede i principi di eguaglianza e di solidarietà definiti dalla nostra Carta Costituzionale, determinando sperequazioni con evidenti spinte disgregatrici a favore delle aree più ricche del Paese e intaccando il principio Costituzionale di UNITÀ della NAZIONE.

Per contrastare il “disegno separatista-federalista” le Associazioni a difesa della Costituzione, come la nostra, nei mesi scorsi si sono impegnate con successo in una campagna di raccolta di firme per la sottoscrizione di una legge di Iniziativa Popolare (firmata dal Prof. Massimo Villone, Presidente del Coordinamento di Democrazia Costituzionale), che l’attuale maggioranza ha rapidamente bocciato.

L’Autonomia Differenziata, soprattutto nelle intenzioni della Lega di Salvini, altro non è che un “tentativo di secessione delle Regioni con maggiori risorse”; le Regioni più ricche potranno migliorare i loro servizi mentre le Regioni più povere rischieranno di peggiorare le loro attuali, già intollerabili, condizioni.

Bisogna rafforzare e rendere efficace l’iniziativa delle Associazioni, Movimenti, Istituzioni e Partiti per favorire una presa di coscienza maggiore dei cittadini che fin qui è mancata, anche a causa di posizioni “ambigue” di esponenti politici meridionali che di fatto non hanno aiutato i cittadini a capire nel concreto cosa si nasconde dietro il disegno leghista sottoscritto dall’attuale maggioranza di governo.

AMPA venticinqueaprile ha iniziato da tempo una battaglia che si è concretizzata in numerose ed importanti iniziative a sostegno della Legge “Villone”, nella consapevolezza che la nostra Carta Costituzionale, nata dall’Antifascismo e dalla Resistenza, non deve essere soltanto difesa dai continui attacchi di coloro che la vogliono stravolgere ma, soprattutto, deve essere FINALMENTE REALIZZATA.

         

 

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