Nella notte tra il 12 ed il 13 giugno il governo Netanyahu, già accusato di crimini di guerra e di atti genocidari a Gaza dalla Corte Penale Internazionale, attacca l’Iran “colpevole di volersi dotare di armi atomiche”, ricevendo subito un sostanziale appoggio dal Presidente degli Stati Uniti.
Qualche giorno dopo le nazioni che fanno parte del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America) si riuniscono in Canada per discutere la grave situazione internazionale, resa ancora più drammatica dalle incursioni israeliane in Iran, e concordano un comunicato finale (concordato con Trump che aveva precedentemente abbandonato il vertice dopo essersi schierato incondizionatamente al fianco di Israele) dove si legge: “Noi, leader del G7, ribadiamo il nostro impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente. In questo contesto, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo inoltre l’importanza della protezione dei civili. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione.
Siamo sempre stati chiari sul fatto che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare. Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, compreso un cessate il fuoco a Gaza”.
Mentre le guerre divampano, si estendono e diventano sempre meno controllabili, il Club dei Paesi più “importanti” si schiera al fianco del “criminale” Netanyahu ed individua un nuovo nemico, l’Iran, contro cui indirizzare un nuovo conflitto; l’Iran, che ha aderito al trattato di non proliferazione nucleare e non possiede la bomba atomica, viene attaccato da Israele che possiede la bomba atomica e non ha aderito al trattato di non proliferazione nucleare. Così è, pur essendo paradossale.
Mentre tutto questo accade, l’ONU è paralizzata e ridotta al silenzio grazie alle regole del Consiglio di Sicurezza, dove i 5 “membri permanenti” esercitano il diritto di veto che impedisce alle Nazioni Unite di perseguire gli scopi previsti dallo Statuto.
Il Governo Meloni, il governo della Repubblica che “ripudia la guerra”, è sempre più subalterno e schierato al fianco di Trump che, da “grande dittatore”, esercita un ruolo destabilizzante e drammaticamente pericoloso.
Reggio Calabria, 19 giugno 2025
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