Quando la realtà supera la fantascienza. Quando pensiamo al futuro siamo indotti a immaginare scenari come quelli descritti nei numerosi film o libri di fantascienza, pieni di macchine, robot, umanoidi. Ma raramente ci accorgiamo invece di come i progressi della tecnologia ci abbiamo già – de facto – fatti entrare in una nuova era.
Ne sono un esempio i processi di smart city realizzati per configurare i nostri centri urbani come vere e proprie “città intelligenti” mediante una pianificazione urbanistica volte al miglioramento della sostenibilità ambientale e della sicurezza per il miglioramento del benessere della popolazione. Un attivismo che ha persino spinto gli osservatori a creare la classifica “Icityrate” nella quale si segnalano i progressi compiuti in questo settore dai comuni in tutta la penisola, certificando quali sono e dove sono le città più smart d’Italia.
Tra i molti progetti innovativi, in queste settimane, contrassegnate dalle difficoltà create dal terremoto del Centro-Italia segnaliamo il progetto “Sysdev”, è una start-up torinese fondata nel 2015 da Marco Bonvino incubata presso I3P (l’incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino) che, grazie al finanziamento di un partner industriale (A.DI.Co.M group, società torinese che opera nel settore IT) e al supporto del Comune di Torino – che ha voluto subito testare il sistema – adesso si appresta ad affrontare la fase di test finale del prodotto in vista del lancio sul mercato. “Sysdev” è un sistema che consente di monitorare ogni edificio o struttura in modo innovativo, rapido, economico e funzionale alle varie esigenze, pubbliche e private: si tratta di un sistema che consente di valutare in tempo reale e a distanza, grazie a internet, le condizioni di un edificio o una struttura dopo un evento catastrofico come un terremoto o un tornado, tanto per citare i più recenti e disastrosi fenomeni naturali che hanno colpito l’Italia. “Sysdev” consente di valutare le condizioni strutturali di un edificio, una strada o qualsiasi struttura con grande risoluzione grazie a un sistema di sensori che trasmettono le informazioni a stazioni di terra, da dove i dati vengono trasferiti a una piattaforma cloud che li elabora e li rende fruibili dall’utente grazie a una interfaccia grafica accessibile da browser quindi da Pc, tablet o smartphone che sia.
Questo nuovo sistema aggiorna la metodica tradizionale degli ingegneri civili. Fondamentalmente noi puntiamo a rendere il monitoraggio strutturale accessibile a tutte le strutture, l’obiettivo è quello di abbassare i costi, semplificare l’installazione e ridurre le dimensioni dei sensori, facendo così in modo di poter avere molti più dati, tutti in tempo reale“. L’idea è nata partendo dalle esigenze e criticità del nostro territorio e della nostra società. Oggi siamo completamente inconsapevoli dello stato del panorama artificiale che ci circonda, cioè di tutte quelle strutture realizzate dall’uomo. Invece è fondamentale conoscere le loro condizioni, non singolarmente perchè altrimenti tutto resta fine a se stesso, ma in termini di area e di regione, per pianificare così interventi operativi su macro-aree“. Ad esempio, in caso di terremoto “riuscire a leggere sollecitazioni di tutti gli edifici in caso di sisma permetterebbe di ottimizzare l’intervento di recupero di quel territorio, migliorando la resilienza“. Il sistema – che sarà in produzione nel 2017 – consentirà per esempio di monitorare l’invecchiamento delle nostre infrastrutture oppure evitare i fermi produttivi delle aziende che ricadono in aree colpite da terremoti individuando subito i danni strutturali e accorciando i tempi degli interventi di messa in sicurezza, un discorso che varrebbe pure per tutte quelle che strutture che subiscono allagamenti o incendi.
E il bello è che i sensori di “Sysdev”, rispetto ai sistemi tradizionali, sono tanti, costano poco, hanno dimensioni ridotte, sono di facile installazione, si alimentano con una batteria integrata che dura diversi anni. Questi sensori, che possono essere applicati in qualsiasi momento sulla struttura da monitorare, sono autoconnessi al cloud tramite rete wireless a lunga durata secondo lo standard Lo-Ra (fino a 15 Km in campo libero e 2 Km in spazio urbano) e trasmettono le informazioni acquisite ai gateway per il successivo trasferimento al server centrale su cloud. La piattaforma raccoglie i Big Data dal campo, li aggrega, li elabora e li rende disponibili all’utente finale che per utilizzarli deve solo collegarsi a una interfaccia grafica personalizzata, accessibile direttamente dal browser, quindi anche da smartphone o tablet. In questo modo si ha una visione 3D della struttura, in tutte le sue parti, senza doverla visionare di persona.
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