Nicotera è storicamente una città tollerante. Anche dal punto di vista religioso poichè è stata città di rito latino (la sua diocesi è tra le più antiche della Calabria) – città di rito greco fino al XVI° secolo e città con una forte presenza ebraica. E proprio in riferimento a quest’ultima presenza dobbiamo dire come il nostro territorio nei secoli XI e XII è stato crocevia di uno dei fenomeni politico-istituzionali più importanti della storia europea espressi dal sorgere e svilupparsi del regno normanno.
Il regno Federico II, era caratterizzato da multietnicità matura e civile che favorì anche nel territorio del Vibonese la presenza ebraica. Gli ebrei -continua Durante- furono sicuramente attratti dalla nostra terra, poiché, avendo essi un fiuto per gli affari non comune ed essendo continuamente in cerca di luoghi dove esercitare indisturbati le proprie attività, si accorsero ben presto che le regioni meridionali, soddisfacevano in pieno queste esigenze, giacché i Normanni, non possedevano gli scrupoli religiosi dei passati dominatori bizantini e arabi, dote che li rendeva equanimi e tolleranti nei confronti delle minoranze religiose. E gli ebrei si stabilirono anche nelle nostre zone, seppero ricambiare l’ospitalità accordata del sovrano svevo, infondendo nuova linfa nell’industria e nell’artigianato stesso.
A Nicotera gli ebrei vennero accolti nel quartiere che dalla loro presenza prese il nome di Giudecca. «Erano in tutto 14- precisa Durante- le comunità ebraiche calabresi, come si può leggere nel Regesto angioino del 1270». Le Giudecche rappresentavano degli autentici volani di sviluppo dell’economia locale di allora, caratterizzata dall’allevamento del baco da seta.
A Nicotera la presenza degli ebrei significò lo sviluppo della coltura del gelso e della produzione «“tussah”, una qualità di seta poco fine e di colore scuro- argomenta lo studioso- e della “bissah”, filatura candida. Gli ebrei di Nicotera vivevano liberamente nella Giudecca caratterizzata da strade strette, addossate l’una alle altre e con case a due piani. La vita si svolgeva nei bassi, a piano terra c’erano le botteghe artigiane, mentre al piano superiore vivevano con le famiglie. Grandi scalinate e larghi protetti dai “cafi”, tipici passaggi coperti, ancora oggi, conferiscono al quartiere un fascino inalterato ed all’attento studioso forniscono dati sulla vita nel quartiere.
Un quartiere insomma che era il centro propulsore dell’economia nicoterese. Nel 1511, ad opera di Filippo II, gli ebrei furono espulsi dal regno: la motivazione ufficiale era l’esigenza religiosa di estirpare ogni forma di eresia. Una sorta di pulizia etnica ante litteram che si risolse a tutto danno della Spagna e dei suoi possedimenti italiani dal momento che con gli ebrei se ne andò anche un immenso patrimonio di conoscenze, abilità e di ricchezze.
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