Joppolo, l’ex sindaco Dato rilancia sulla situazione debitoria dell’Ente

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“Rispondo per offrire ai cittadini una fedele ricostruzione della “situazione contabile” dell’Ente da me amministrato sino a poco tempo addietro. E’ intenzione del gruppo di minoranza chiedere al prefetto di annullare la delibera di giunta 82 del mese di ottobre e di informare di ciò la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, invitandola ad indire un’ispezione. Valuteremo, in seguito al contenuto delle affermazioni del consigliere Vittorio Vecchio, l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato”. Rilancia così l’ex sindaco Peppe Dato dopo le “accuse” dell’amministrazione guidata da Carmelo Mazza che avrebbe “addossato” alla sua amministrazione la grave situazione debitoria dell’Ente, a loro dire, di circa 4milioni di euro. Per verificare e studiare tale situazione la giunta, nei giorni scorsi, ha dato incarico, con delibera 82, al proprio consigliere Vittorio Vecchio di attuare, in collaborazione con l’ufficio finanziario, una verifica approfondita. “L’unica preoccupazione dell’amministrazione Mazza è quella di addossarci ingiustamente la responsabilità del debito pregresso – afferma Dato –. La documentazione contabile, però, parla chiaro ed è incontrovertibile, vale più di una testimonianza o di una ricostruzione artificiosa dei fatti. Come più volte ricordato, sin dall’esordio della campagna elettorale del 2011 abbiamo informato i nostri concittadini, con manifesti pubblici ed interventi sugli organi di stampa, della grave condizione di sofferenza dell’Ente, che, sino ad allora, contava, per difetto, 5milioni di euro di debiti. In tale cifra erano compresi i mutui. Tale condizione, ereditata dal passato, qualificava l’Ente, dal punto di vista contabile, in “Ente strutturalmente deficitario”. Nell’elenco dei creditori figuravano quasi tutti quelli elencati, con dovizia di particolari, dal sindaco Mazza, nei suoi interventi giornalistici. Ora, ciò che appare, a dir poco, singolare, è il tentativo del consigliere Vecchio, allorché tenti, in verità maldestramente, di “addossare” all’amministrazione Dato tale grave situazione debitoria. Appare, così, chiaro a tutti la vera ragione per cui il consigliere Vecchio abbia assunto le funzioni di collaboratore del responsabile dell’ufficio finanziario dell’Ente. Lo stesso consigliere ha veicolato espressioni gravemente offensive, quali “debiti inventati per fare cassa”, nel tentativo di denigrare con disprezzo il lavoro svolto dall’amministrazione Dato, nell’interesse della collettività”. L’ex sindaco elenca, perciò, i debiti ed i principali creditori, a suo dire, “ereditati dall’amministrazione che ho guidato”. dato-peppeSorical, per fornitura idrica, 460mila euro; Ecoshark, per raccolta rifiuti, 90mila euro; Amministrazione provinciale (Ato) per spese di depurazione € 318.000,00; Edison per consumi energia elettrica 274mila euro; Commissario per l’emergenza ambientale per conferimento Rsu in discarica 228mila euro; Cooperativa “Fra Carmelo Falduto” per diversi servizi, in particolare assistenza domiciliare, 55mila euro; Calabria Pasquale, per spese manutenzione illuminazione, 45mila euro; Spese legali 80mila euro; mensa scolastica 20mila euro; Ditte varie 80mila euro; spese per carburante 4mila e 500 euro; debito residuo per mutui contratti  3milioni 100mila euro oltre interessi maturati. “Nessuna traccia – dichiara – delle somme derivanti da finanziamenti a valere sul Por Calabria e su altre fonti, così come per le somme iscritte nelle entrate del bilancio sin dal 2007, che avremmo dovuto incassare quali “royalties” del “Parco eolico”, autorizzato dall’amministrazione Salvatore Vecchio. Stranamente, però, gli incarichi ai progettisti erano già presenti, anche senza aver percepito i finanziamenti per le opere in progetto”. Per tutto il periodo di amministrazione, ad esclusione del periodo di “illegittimo commissariamento”,  il gruppo guidato da Dato avrebbe sempre cercato di accertare gli ulteriori debiti. “Convinti della “missione” rivolta a salvare il nostro Comune- sottolinea Dato –, abbiamo iniziato ad amministrare oculatamente e con grande responsabilità, iniziando a mettere a punto un potenziale “piano di rientro”. A questo proposito abbiamo chiesto alla Cassa depositi e prestiti, nell’anno 2013, un’anticipazione di cassa di 930mila euro ai sensi del D.L. 35, rimborsabili in 30 anni. Nell’anno 2014, durante “l’illegittimo commissariamento anti mafia”, ai sensi del D.L. 66 è stata richiesta un’altra anticipazione di un milione di euro, anch’ essa rimborsabile in 30 anni. Nel novembre 2015, dopo pochi mesi dal nostro reintegro, considerate le peggiorate condizioni economiche finanziarie dell’Ente, abbiamo avanzato richiesta di ulteriore anticipazione di 1milione e 559.712,15 euro, ai sensi del D.L.78, da restituire in 30 anni. E’ comprensibile a tutti che questi prestiti siano stati accesi per saldare i debiti ereditati, cercando di evitare ulteriori danni per l’Ente, spese legali ed interessi, nell’intenzione di risanare l’Ente con un “piano di recupero””. Nel marzo 2016, in consiglio comunale, il responsabile dell’ufficio finanziario avrebbe dato lettura della sua relazione, specificando che i debiti, fino ad allora accertati, fossero quasi tutti “della precedente amministrazione – evidenzia Dato –, indicando le due vie possibili, un piano di recupero da sperimentare fino al mese di settembre 2016 o il dissesto. Nella medesima seduta, lo stesso Responsabile del servizio finanziario, invitava alla responsabile collaborazione i componenti della minoranza, coincidenti con gli amministratori uscenti”. Riguardo la disponibilità di cassa “sarà compito del responsabile dell’ufficio finanziario e del tesoriere – dichiara – riferire se tali somme siano state utilizzate per il pagamento degli stipendi dei dipendenti o per altri motivi. In ogni caso, c’è da sottolineare che l’amministrazione Dato, prima che terminasse il proprio mandato, non aveva avuto modo di incassare neanche un acconto sul Fondo di solidarietà spettante per l’anno 2016 ammontante ad oltre € 420mila euro”.

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