Vibo Valentia, provincia italiana meno vivibile, interviene il leader della Cisal

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Sull’ultimo posto dove è stata relegata Vibo Valentia, definita, da un’indagine compiuta da Il Sole 24 Ore, provincia italiana meno vivibile, interviene Francesco Cavallaro, leader della Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori,

“La popolazione ha serio e preoccupante motivo per sentirsi delusa – afferma -. Chi sperava che sugli esiti forniti dagli indicatori presi in esame dallo studio del quotidiano di Confindustria, intervenisse una seria e concreta riflessione, è rimasto profondamente deluso. Se non ci ha pensato il sindaco Elio Costa che in molti speravano potesse portarla come momento centrale della sua conferenza stampa di fine anno a palazzo Luigi Razza, chi avrebbe dovuto farlo? Oppure ha ritenuto che impegnando il suo intervento sulla  “…Vibo che vorrei” fatta di qualche idea, su qualche proposta, su ambiente e cultura, ha pensato di aver dato una sicura risposta ai cittadini che sostanzialmente hanno preso atto dell’amaro giudizio che ha portato Vibo Valentia ad occupare la posizione più scomoda delle province d’Italia?”

Secondo Cavallaro, il primo cittadino stenterebbe a comprendere, e chi gli sta vicino probabilmente non gli darebbe una mano.

“Una città che sente e tocca con mano una diffusa sofferenza ha bisogno di ben altro – dichiara – e l’annunciata voglia di continuare nell’opera di risanamento non basta per aiutare i cittadini a godere, legittimamente, di una politica dei servizi più a misura d’uomo ed adeguata ai ritmi moderni. Di fronte ad un dato inconfutabile che vuole Vibo Valentia la città più ammalata d’Italia non ci si può accontentare di rispondere che il dato de Il Sole 24 Ore non risponde alla realtà. Ci sembra un pò riduttiva ed emotiva la reazione pubblica del sindaco. I cittadini sono anche preoccupati perché all’indomani dell’allarme rosso lanciato da Il Sole 24 Ore, nessun segnale concreto è venuto fuori per tentare di accorrere al capezzale della grande ammalata e valutare ogni possibilità pur di avviare una terapia d’urto volta a facilitare la più piena ripresa della sua condizione. Chi era presente alla Conferenza stampa – continua Cavallaro – si è subito accorto che il sindaco ha scelto il percorso delle cose che più gli hanno fatto gioco, evitando di parlare sulle tante cose che non sono state fatte e che pur avrebbero meritato un momento di attenzione nella copertina della sua relazione. Non ha riferito niente del suo pesante e sofferente rapporto con la politica, del suo disagio, sempre nascosto, anche all’interno della maggioranza che sostiene la sua iniziativa politico amministrativa e che sicuramente la notte non gli fa fare sonni tranquilli”.

Secondo il segretario generale della Cisal, Vibo Valentia in questo particolare momento storico avrebbe bisogno di puntare sulla rivitalizzazione del suo “pensatoio”, capace di discutere sulla inderogabile necessità di mettere in piedi un progetto di condivisione per rilanciare la condizione della politica amministrativa di palazzo Luigi Razza “oggi in ginocchio per via delle conseguenze che l’hanno resa un ingiustificato ed intollerabile momento di divisione più che di unione”.

“Così è accaduto – afferma – che mai come in questo momento i cittadini sono tornati a chiedersi perché diventa sempre più complesso pensare ad un progetto utile a rivisitare ogni tipo di comportamento se è vero che il recupero di un dato più promettente sull’occupazione, ad esempio, si rende necessario conseguirlo per aiutare la società a superrare le più immediate insidie e difficoltà quotidiane. Perché diventa sempre più distante l’idea di ritrovarsi attorno ad un tavolo comune per scrivere insieme un progetto di condivisione pronto a spiegare da dove occorre ripartire per realizzare un vero e proprio rilancio dell’iniziativa politico amministrativa della città. E forse sarebbe anche giusto e più che opportuno interrogarsi su i motivi  che inducono i cittadini a stare sempre più lontani dalla politica e a vestirsi, inevitabilmente, con la loro protesta su disservizi e difficoltà varie, nei panni di una sorta di controparte dell’attività del Palazzo? Non è forse questo il reale motivo che ci porta a domandarci perché non c’è mai stata, e non la si intravede neanche oggi,  una intesa tra il Palazzo e la  Piazza ? Come ripartire da una nuova e solidale scommessa?”

Nella ricerca di attuazione di un suo nuovo disegno di sviluppo Vibo Valentia non può, secondo Cavallaro, non ricorrere al reale e pieno utilizzo delle forze attive ed emergenti della città,  delle sue più accreditate potenzialità che partono dal suo straordinario patrimonio di ricchezza culturale  e naturale, imprenditoriale, professionale e associazionistico, favorendo la riuscita di una spinta propulsiva capace di tirare fuori la parte migliore di un tessuto connettivo che già nel passato ha propiziato la realizzazione di una sua mai dimenticata pagina di storia.

“Diventa, comunque, preminente – conclude – ripartire dalla necessità di insistere caparbiamente, e con grande senso di ritrovata responsabilità e consapevolezza,  verso l’attuazione  di una politica amministrativa che unisce e non divide e che può diventare la soluzione ideale per la Vibo Valentia del 2017” .

 

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