“A Francè”. I manifesti del Papa sui muri di Roma.

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Non siamo avvezzi a vedere manifesti contro il Papa a Roma o in Italia.

E’ senza dubbio una notizia da non sottovalutare, quanto successo nella notte tra sabato e domenica 5 febbraio. Circa 200 manifesti affissi in più parti della Città eterna che raffigurano Papa Francesco con una espressione da “ingrugnito”.

Oltre Tevere l’ordine è minimizzare ed ignorare, se non altro perché i manifesti sono abusivi ed anonimi e , a chi non ha il coraggio di firmarsi, non va dato ascolto.

I manifesti riportano la scritta: “A Francè, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l’Ordine di Malta e i Francescani dell’Immacolata, ignorato Cardinali… ma n’do sta la tua misericordia?”.

I complottisti hanno accostato il fatto anche allo “scontro” diplomatico tra il Papa e Trump, naturalmente, il tutto senza fondamento.

Ma la verità dello “scontro notturno”, avvenuto sui “muri” di Roma, è tutta riconducibile a diatribe interpretative, tutte  all’interno del mondo cattolico, tra conservatori e progressisti.

Ai conservatori, legati alla tradizione,  le aperture di Papa Francesco non piacciono affatto. “Amoris Laetitia” è stata l’esortazione post sinodale sull’amore nella famiglia, che ha scatenato l’ira dei conservatori , che hanno trovato sponda nei “Dubia” dei 4 Cardinali che si son rivolti, amorevolmente al Santo Padre, per un chiarimento, ancora non pervenuto.

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Al silenzio del Papa, ha risposto nei giorni scorsi il Cardinale Müller per dire che nella Amoris Laetitia, tutti i dubbi che si possono  leggere, sono dubbi che provengono da una cattiva e libera interpretazione su ciò che non va. Il Cardinale prosegue nel dire che ciò che scrive il Papa, non può essere interpretato a piacimento, perchè è “La dottrina della Chiesa” il punto di riferimento, di Amoris Laetitia ed il pensiero del Papa, seppur possa sembrare concedere aperture, non lo fa affatto. Questa lettura sicuramente da un colpo alla cerchio e una alla botte e chiude intelligentemente e teologicamente la querelle, salvando il Papa dalle interpretazioni fuorvianti e stoppando i “Dubia”. In sostanza, Il Cardinale Müller con questo suo intervento, crea un precedente che diventa argine per tutti, Papa compreso. In caso di “Dubia”, non servono raccolta firme ma basta rifarsi solo e sempre, alla dottrina della Chiesa .

I progressisti sono tutti ormai avvisati. Nessun salto nel buio, ma solo il rispetto all’interno dei binari ferrei della dottrina della Chiesa.

Lo scontro è più sottile e si svolge su una visione del futuro della chiesa oggi, ad un bivio storico, tra chi vuole proseguire nel cammino della Chiesa “Una Santa e Cattolica e Apostolica” e chi invece spinge per una Chiesa “Santa Universale ed Evangelica”.

La differenza non è da poco…

 

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