Confindustria: le nostre coste vanno tutelate meglio

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mareggiata2Capita più o meno durante tutte le stagioni invernali. La furia del mare s’abbatte sul litorale tirrenico vibonese, aggredisce, distrugge. Ogni volta, a onde quiete, si fanno sopralluoghi, si quantificano i danni, si dichiara l’emergenza maltempo. Poi non succede più nulla. Gli operatori turistici lottano contro il tempo per ripristinare le strutture devastate e affrontare l’estate. E torna di nuovo l’inverno. Non cambia mai nulla. Il patrimonio paesaggistico appare sempre più esposto a notevoli rischi e le iniziative avviate di tanto in tanto per salvaguardarne l’integrità dimostrano la loro inadeguatezza. Sulla delicata problematica si sofferma l’attenzione di Giuseppe Macrì, presidente di Confindustria, e Giovanni Imparato, responsabile della sezione Turismo. <La fruizione delle nostre coste, l’erosione costiera e la tutela del territorio – sostengono in una nota congiunta – rappresentano, oggi come ieri, il punto nodale attorno a cui ruota l’intera capacità di attrarre potenziali visitatori su questo meraviglioso fazzoletto di terra>. A loro parere non si possono governare gli eventi meteomarini, ma <è possibile rispettare le regole, porre in essere comportamenti virtuosi e mettere a frutto i fondi comunitari utili a fortificare le barriere e a porre in sicurezza le aree interessate dal dissesto idrogeologico ripristinando, ove necessario, le condizioni di difesa del suolo e di argine al verificarsi di eventi naturali>.

mareggiataGli esponenti di Confindustria puntano il dito non solo contro <la farraginosità burocratica e normativa>, ma anche contro l’incapacità di difendere gli 800 chilometri della costa calabrese, che <potrebbero rappresentare sempre più una fonte primaria di lavoro, di economia sostenibile e benessere>, e contro la tendenza a lasciare che <incuria e negligenza trasformino tutto in macerie e diseconomie>. Sarebbe, anzi è, il momento, per salvare la prossima stagione delle vacanze, di invertire rotta e avviare, con la necessaria tempestività, tutte le iniziative necessarie per intervenire sulle urgenze. Urgenze che <rischiano – sottolineano Imparato e Macrì – di compromettere la prossima stagione estiva facendo perdere attrattiva e competitività al turismo calabrese>. In un clima di <competizione globale>, in sostanza, <è fondamentale – aggiungono – una corretta relazione tra ciò che è offerta turistica interna, intesa come capacità di offrire servizi di qualità a costi ragionevoli, e offerta turistica esterna <ovvero la piena fruizione del contesto territoriale>. Non basta, quindi, avere strutture accoglienti e confortevoli, ma occorrono ambienti esterni ricchi di vivacità culturale e tradizioni e, comunque, capaci di richiamare l’interesse del popolo delle vacanze e di orientarne le scelte. Occorre, di conseguenza, non solo ancorare il turista al mare e al litorale, ma sottoporre alla sua attenzione tutto il patrimonio culturale e naturalistico in cui è facile imbattersi muovendosi sul territorio calabrese e nell’entroterra. <La scommessa – concludono Imparato e Macrì – si vince sulla qualità totale>.

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