Ha affidato il suo pensiero anche ai social network, Don Francesco Vardè parroco di Nicotera, dopo la partecipata manifestazione di ieri sera, svoltasi, in segno di solidarietà al segretario cittadino del Partito Democratico Manuel Reggio, la cui famiglia è stata fatta oggetto del gravissimo atto delinquenziale di cui tutti ormai sono a conoscenza.
“Ho ancora nel mio cuore di uomo e di prete i vostri volti, – scrive Don vardè – carissimi amici che avete risposto con generosità all’appello rivoltovi in chiesa e fuori, come singoli e come associati in qualche movimento. Non vi nascondo di aver pianto al vedervi in così tanti, attorno ad un giovane della nostra Comunità colpito profondamente con la profanazione della tomba dei cari defunti. La Chiesa, il Papa, i vescovi, i preti, vivono del rapporto con le persone, specie quelle di buona volontà e non certo beneficiano della stupidità e ignoranza di chi si nasconde dietro gesti o parole vili e sterili. Sono contento e vi ringrazio uno per uno – afferma ancora il parroco – perché in alcuni momenti Nicotera sembra voler risalire la china dello scoraggiamento, della depressione sociale e istituzionale. Ma non basta. La Chiesa, lo sa bene chi ne cerca di osservare con onestà lo spirito di essa, è un’entità morale e spirituale, che cerca di annunciare il Vangelo della dignità delle persone, della famiglia, della solidarietà e della carità, vicina alle persone sole, abbandonate, povere materialmente e moralmente, gli scartati dalla società insomma… il Vangelo della giustizia e della conversione di chi vive in modo illegale, dei disonesti e corrotti.
La Chiesa e in essa Papa, vescovi, preti e laici, questo cercano di fare, nonostante i limiti dell’umana natura. La Chiesa però – continua ancora Don vardè – non è lo Stato e certo non si può sostituire né alle sue Istituzioni tantomeno alle coscienze dei cittadini, anzi a volte deve “supplire” alle tante carenze istituzionali e soggettive, specie nelle nostre lande, fornendo essa strumenti di recupero sociale. Ma se poi non vi è corrispondenza, la responsabilità è certo personale e familiare. Il Papa parla ogni giorno del Vangelo della pace e della giustizia, ma chi lo ascolta? Se anche davanti a Cristo alcuni hanno creduto e altri lo hanno crocifisso! Allora si rialzi la cosidetta società civile, uomini e donne che vogliono lottare per davvero per reclamare i propri diritti, la salute, l’ambiente, la legalità, la cultura, e quanto serve per vivere dignitosamente, decidendo il destino del proprio paese, e soprattutto scegliendo una classe dirigente sana e libera da condizionamenti di ogni genere e grado. E’ da tanto tempo, troppo, che è necessario un risveglio delle coscienze non solo dei cittadini, ma delle istituzioni, a tutti i livelli, dalle più alte dello Stato a quelle locali che, oltre al lavoro che già fanno, dovrebbero essere più presenti, efficaci, incisivi, visti i risultati ! L’unione e la coesione sono i capisaldi per arginare chi vuole rovinare la Città, riannodando quel senso di Comunità e di appartenenza che è il più forte ed efficace antidoto contro ogni forma di illegalità. Tutti insieme – chiosa infine il sacerdote – si è corresponsabili della crescita di questa città che ha necessità di essere libera dai mali che la opprimono da tanto tempo. Troppo”.
E adesso, proprio sulla scia della grande partecipazione che si è avuta ieri sera, Don Francesco – anche raccogliendo l’invito che è arrivato proprio dai sociali network e cioè quello di “non fare spegnere la fiaccola della speranza” e di avviare una serena ma serrata riflessione sulle tante problematiche che persistono sul nostro contesto territoriale di riferimento e su come si possa agire per ricomporre il tessuto sociale – sta preparando un nuovo e importante appuntamento, alla luce anche della ormai prossima convocazione del Sinodo diocesano.
“Carissima\o, – si legge nella bozza della lettera che il sacerdote sta preparando in queste ore e che ha voluto condividere con noi di Mediterraneinews.it – dopo aver vissuto insieme, credenti e laici, con grande senso civico il sentito e partecipato corteo di solidarietà ad un nostro concittadino, sarebbe bello e opportuno ritrovarci insieme come componenti della stessa Comunità per individuare alcuni percorsi di rinnovamento della Città in cui viviamo. In un momento storico non facile, ogni comunità e ogni suo membro singolo o associato, è chiamato ad offrire il proprio peculiare contributo, individuando i segni positivi per una effettiva ripresa sociale ed economica. Il Sinodo diocesano appena annunciato, è un evento favorevole per tutti, perché può spronare ad una riflessione seria che sfoci in un dovere più fattivo che ci vede impegnati per tentare di ricostruire quel tessuto connettivo, fatto di diritti e di doveri, per una convivenza più giusta, equa e solidale, ad ogni livello, personale, familiare, sociale. In tal senso si è pensato di riservare, un primo momento di reciproco confronto che ci vedrà coinvolti”.