Don Francesco: “Necessario un risveglio delle coscienze”. Pino Morello: “Atto intimidatorio vile ed esecrabile”

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Tante le persone che ieri sera hanno voluto esserci per stringersi intorno a Manuel Reggio, il segretario della sezione locale del Pd rimasto vittima, in 7 mesi, di due vili atti intimidatori. I nicoteresi, quelli per bene, la gente onesta che crede che la criminalità possa combattersi lottando insieme e che alla paura si debba rispondere alzando la testa, ha sentito il dovere di dare un segnale di vicinanza al figlio dell’ex sindaco Salvatore Reggio. Una marcia silenziosa partita DSC_0126da piazza Garibaldi per raggiungere la chiesa della Santa Croce. Più volte il silenzio assordante è stato frammentato da prolungati applausi per sottolineare l’affetto di Nicotera per la famiglia Reggio. Un momento di riflessione condivisa voluto da don Francesco Vardè dopo l’episodio dei giorni scorsi, frasi minacciose scritte da ignoti sulla cappella della famiglia Reggio dopo che l’interno era stato devastato, che ha scosso l’intera comunità. “Vogliamo credere e sperare – afferma il parroco – che di fronte ad un evento spregevole, questo semplice gesto valga più delle parole. E’ necessario un risveglio delle coscienze non solo dei cittadini, ma delle istituzioni, a tutti i livelli, dalle più alte dello Stato a quelle locali che, oltre al lavoro che fanno, dovrebbero essere più presenti”. L’unione e la coesione, quindi, come capisaldi e “armi” per arginare e mettere all’angolo la criminalità, riannodando quel senso di comunità e di appartenenza che è il
più forte ed efficace antidoto contro ogni forma di illegalità. “Tutti insieme – dichiara don Francesco – siamo Pino Morellocorresponsabili della crescita di questa città che ha necessità di essere libera dai mali che la opprimono da tanto tempo. C’è bisogno di unità puntando sulla formazione delle coscienze umane e cristiane”. Presenti il segretario provinciale del Pd, Enzo Insardà, delegazioni di Joppolo, del vibonese e reggino, nonché, il sindaco Giuseppe Morello “Ho partecipato insieme alla giunta – afferma – per condannare il vile ed esecrabile atto intimidatorio. Tentare di abbattere un ragazzo che sta emergendo nel mondo del lavoro e della politica è un atto disprezzabile. Naturalmente, la storia familiare è talmente chiara e limpida che nessun ostacolo, nessun pugno di sabbia riuscirà a fermarlo. Un ragazzo militante di un partito della sinistra, però, dovrebbe avere più attenzione, più calore, più vicinanza proprio da quelle persone che nelle tornate elettorali ci accarezzano e promettono”. Assenti le istituzioni, dalla terna commissariale che regge palazzo Convento alla Prefettura, ennesima dimostrazione che a Nicotera sono tutti “figli di un Dio minore”, una mancanza evidente, un’indifferenza pesante.

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