E’ bufera sul Ministro Poletti. Preso a calcetto nel…curriculum…

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E sempre lui. E’ quello dei cervelli in fuga dal nostro paese, lo ricordate? “Se 100mila giovani sono andati via non vuol dire che qui siano rimasti 60 milioni di “pistola”. Quelli che se ne sono andati è bene che stiano dove sono, il Paese non soffrirà nel non averli più tra i piedi”.

 Ma di gaffe ne ha fatte anche altre. Come quando ha dato un “consiglio” agli universitari. “Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un “fico”: è meglio un 97 a 21″.

Detto da chi non ha una laurea può suonare anche strano. Quasi immediate (come al solito) le scuse: “Non ho mai pensato che i giovani italiani siano schizzinosi”.

Ormai, quasi a cadenze programmate, il Poletti ci ha abituati ad una sparata delle sue. E’ un Ministro grande e grosso ma ha il difetto che …non sa fare la battuta.

Oggi ha detto: ‘Nel lavoro si creano più opportunità giocando a calcetto che a spedire curricula’

Per Poletti nella ricerca di un lavoro “il rapporto di fiducia è un tema sempre più essenziale” si creano più opportunità “a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula”. Al centro dell’incontro c’era appunto il tema dell’alternanza-scuola lavoro

“Non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola”: così il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha risponde alle polemiche.

Insomma, questi giovani sono sbeffeggiati da più fronti. Il messaggio prima rivolto ai trentenni bamboccioni dal defunto ministro dell’economia Padoa-Schioppa. Poi la bacchettata gratuita della ex responsabile del Lavoro Elsa Fornero, sempre sui giovani che sanno “a malapena parlare l’italiano” e quindi nessuna altra lingua o quasi. E quella della ex ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri: “Siamo fermi al posto fisso nella stessa città. Di fianco a mamma e papà…”.

Insomma i giovani di oggi si sentono cornuti e mazziati.

Non c’è lavoro, sono costretti ad emigrare, a scegliere lavori diversi dai loro studi, oppure disoccupati e a spasso per via della crisi e, nonostante tutto, c’è ancora chi si permette di fare la battuta su di loro. Un vergogna Ministro è il minimo che i giovani, sentono di dirLe.

Invitare i giovani a giocare a calcetto, così da sfruttare l’occasione per fare relazioni, è un messaggio molto subdolo e negativo. Qui non si tratta di raccomandazione perché un imprenditore non vuole un raccomandato che non sa far nulla , ma un dipendente capace e produttivo, che sia in grado di portare avanti il lavoro nella sua azienda.

Il messaggio del gioca a calcetto è devastante perché sottintende la scorciatoia dell’ iscriviti al golf club se cerchi un lavoro, oppure iscriviti ad un qualsiasi club service o meglio aderisci in qualche loggia massonica, o in una qualsiasi fratellanza universale, dove non è il merito che conta ma l’affiliazione, il senso di appartenenza al club, al clan, alla tribù…

Questo è un messaggio devastante per un giovane che proprio per la sua giovinezza ha ancora l’indole dell’ uomo libero che crede nel prossimo, e in tutti quei valori che sono alla base del vivere civile, della solidarietà, della sussidiarietà in una società democratica e libera, che deve premiare il merito e non la raccomandazione.

Ma a questo punto, sorge spontanea la domanda al Poletti: Ma lei per fare il Ministro, a quale circolo di calcetto si è iscritto?

 

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