Ha presentato ricorso contro il Comune al giudice del lavoro del Tribunale di Vibo Valentia, notificandolo all’Ente il 17 febbraio 2017. Il mancato impiegato comunale, Nicola Bresci, infatti, rivendica un risarcimento di più di un milione di euro, esattamente 1.115.370, perchè dopo aver vinto un concorso comunale è rimasto senza posto in quanto tutte le procedure concorsuali sono state annullate in autotutela.
I fatti risalgono all’aprile 2012, quando il Comune, durante l’amministrazione Peppe Dato, bandiva un concorso pubblico, per esami, per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di un istruttore amministrativo categoria C, posizione economica C1, Area amministrativa. Le prove pre-selettive, scritto e orale, si concludevano con l’approvazione della graduatoria definitiva approvata con determinazione del 3 febbraio 2014 dal responsabile dell’area amministrativa, nella quale Bresci si collocava al primo posto.
La terna commissariale che in quell’anno guidava il Comune riscontrava, però, illegittimità nella procedura concorsuale in quanto “la programmazione dell’assunzione del personale – dichiarava all’epoca – è possibile nell’osservanza del limite delle cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente avvenute nell’anno precedente secondo un rapporto 1 a 1”, quindi, annullava le procedure concorsuali per l’assunzione di un nuovo dipendente tramite la determinazione del 2 ottobre 2014, avente ad oggetto, appunto, “Annullamento delle procedure concorsuali tendenti all’assunzione di nuovo dipendente comunale”.
“L’Ente civico resistente – afferma Bresci – ha colposamente bandito un concorso pubblico seppur in mancanza del presupposto legittimante della corretta determinazione della dotazione organica. Il Comune è da ritenersi responsabile per avere indetto colposamente un concorso pubblico, pur essendo perfettamente a conoscenza dell’esistenza del vincolo del turn over, per come successivamente affermato dalla Commissione con il responsabile dell’area amministrativa che ha disposto l’annullamento di tutti gli atti inerenti alla procedura concorsuale dall’avviso di concorso pubblico all’approvazione della graduatoria definitiva trattandosi di procedura di reclutamento poggiante su vizi di legittimità originaria”.
“Inammissibile” il ricorso per la giunta comunale presieduta dal sindaco Carmelo Mazza, “infondato in fatto e in diritto”. Perciò, l’esecutivo ha deliberato di costituirsi in giudizio per resistere al ricorso e sostenere le ragioni dell’Ente e affidando la difesa all’avvocato Giuseppe Geltrude Renda, attribuendogli, inoltre, il potere di “chiamare in causa i pubblici funzionari che in caso di condanna del Comune sono tenuti a tenerlo indenne dalla pretesa risarcitoria”.