“Doveva essere rivoluzione burocratica. E intendeva concretizzarsi in un nuovo contesto dove la legalità e la meritocrazia avrebbero finalmente ridato credibilità e dignità ad un Ente che con le ultime due amministrazioni aveva subito un declino netto. Un regresso incredibile se non addirittura ingiustificabile che nel 2013 ha caratterizzato quel dissesto economico-finanziario che, a distanza di circa quattro anni dalla nomina degli “indipendenti” o “autonomi” componenti della OSL, resta una ferita aperta. La quantificazione del debito? Ancora una sorta di tela di Penelope di “odisseana” memoria, senza che alcuno si preoccupi più di tanto a individuare i ragionevoli motivi -se mai ve ne fossero- dell’interminabile e inammissibile lasso di tempo che continua immotivatamente a contrassegnare la “ricognizione” anche con l’ausilio di consulenze esterne e svariato personale comunale”.
E’ questo l’incipit di una nota diffusa da Antonello Nusdeo della Cisal, in merito alla situazione del personale in forza a Palazzo Luigi Razza che a detta del sindacato “è diventata davvero insostenibile e paradossale”.
“E così – si lenne ancora nella nota – com’era stato pubblicamente preannunciato ai tempi della surroga del delegato al personale, le rassicurazioni dell’ex assessore Loredana De Marco nel corso dell’assemblea dello scorso 30 novembre -che avevano scongiurato lo stato di agitazione- non hanno sortito alcun effetto dopo la sua sostituzione. Un insieme di responsabilità che spaziano dagli organi di indirizzo politico a quelli gestionali i cui risultati prodotti da questi ultimi sono sotto gli occhi di tutti. Responsabilità nei confronti delle quali chi è chiamato a tutelare gli interessi e la dignità dei lavoratori, non può mostrarsi indifferente, anche perché è solo attraverso il giusto rapporto tra diritti e doveri, ovvero anche con il riconoscimento e la gratificazione all’impegno profuso dai dipendenti che si producono e si forniscono migliori servizi alla collettività”.
“Le questioni – continua Nusdeo – sono tante e inesorabilmente incancrenite. Si va dalla mancata liquidazione degli istituti contrattuali di ben 5 anni (dal 2011 al 2015), che viene rimandata con apparenti escamotage di mese in mese, alla mancata riorganizzazione condivisa e razionale della burocrazia. Ma non è tutto. Qui al comune capoluogo, sebbene qualsiasi rapporto di lavoro sia costituito e regolato da contratti individuali di lavoro, la gran parte dei dipendenti in organico (specie quelli ex 285, e cioè da circa 39 anni in servizio) non lo ha mai siglato, col paradosso che c’è chi addirittura è già andato o sta per andare in pensione senza averlo mai sottoscritto. Ciò ha determinato, così come continua a determinare, un utilizzo atipico e spesso sregolato dei singoli, e cioè condizionato autoritariamente e illogicamente da simpatie e antipatie sia in termini di competenze e carichi di lavoro tanto da viziare anche e soprattutto l’aspetto della meritocrazia. Per cui, adesso, la grave inadempienza sta per essere segnalata con un apposito esposto al Dipartimento per la Funzione Pubblica, in considerazione del fatto che a nulla sono valse le svariate sollecitazioni verbali e formali esperite da questa Rsu. Ma vi è ancora dell’altro. Infatti, nel comune dove chi litica con la dirigente ha addirittura avuto un infarto e in un altro caso un ictus; nel palazzo di città dove alle segnalazioni effettuate da oltre tre mesi a questa parte relative a luoghi che possono nuocere alla salute dei lavoratori si risponde solo a parole senza prendere provvedimenti (vedi il caso della guardiola all’entrata dell’ente dove sono state installate delle rumorosissime centraline); nel municipio dove da anni non viene effettuata l’attività di sorveglianza sanitaria – dopo varie pressioni solo in questi ultimi giorni sono state programmate le visite di un Medico Competente – ed inoltre, dove non si sa nulla di Primo Soccorso e gestione delle Emergenze e dove non si consente di eleggere i tre rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori nonostante gli appelli e le diffide, è arrivato il momento di reagire con fermezza a questa imperturbabilità.
La questione della sicurezza – che rappresenta il rischio chiusura dei cancelli comunali – costituirà quindi – conclude la CISAL – un circostanziato rapporto che sarà trasmesso a S.E. il Prefetto di Vibo Valentia ed ai responsabili territoriali di Inail ed Asp, perché intervengano finalmente, per quanto di loro competenza, per il normale ripristino dei diritti, delle regole e della legalità.