Vibo: avvocati pronti alla mobilitazione.

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Si è riunito il 12 aprile scorso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Vibo Valentia. Scopo della riunione – come si legge nella deliberazione 5/17 – è quello di “prendere atto della relazione tecnica definitiva sul progetto di determinazione delle piante organiche del personale di magistratura negli uffici di primo grado, redatta il 15 luglio 2016, muove dal condivisibile pressupposto della provvisorietà di ogni decisione assunta e sopratutto del fatto che il conseguimento di un significativo e non transitorio recupero di efficenza del sistema giudiziario non può prescindere dalla previsione di un meccanismo di permanente scrutinio”.

“Dato che per tale permanente scrutinio – si legge ancora – l’Ordine degli avvocati intende farsi portatore dell’articolata domanda di giustizia nel comprensorio del Tribunale di Vibo Valentia, affinché si possa realizzare l’auspicato percorso di revisione permanente delle piante organiche e che quindi, in questa logica di condivisione lo stesso ritiene opportuno fornire alcune informazioni affinché si possano meglio individuare indicatori qualificativi in grado di cogliere la complessità dell’attività afferente a ciascuna sede giudiziaria”.

L’Ordine rileva quindi che occorre dare “ampia rilevanza alla necessità di dare risposta alla domanda di giustizia nelle aree territoriali cui corrispondono i tessuti produttivi più forti del Paese e dei quali è essenziale il sostegno dei processi di crescita” e “corrispondere alle peculiari esigenze di presidio del ruolo della giurisdizione nei territori caratterizzati dalla presenza di endemici e pervasivi fenomeni di criminalità organizzata” e in relazione a tutto ciò l’Ordine stesso ritiene che “non sia stata prestata la giusta rilevanza, in punto di analisi specifica e quindi di risposta appropriata, per quei territori, come quello di Vibo Valentia, dove alla pervasività della criminalità organizzata si aggiunge un endemica crisi di produzione e mancanza di nuove imprese: fenomeno questo, ben visibile dall’analisi della relazione in cui si può notare come in dieci anni il numero delle imprese è passato da 8.009 a 8.941, mentre il numero di occupati passa da 17.855 a 21.498 , dati riferiti al decennio 2001-2011 ed è’ evidente che la carenza occupazionale è frutto, non solo di ritardi strutturali storici, ma anche della ampiezza e pervasività del fenomeno criminoso che in questi dieci anni è divenuto assai più rilevante”.

“L’effetto sul sistema giustizia – si legge ancora nella deliberazione – è stato quello di un aumento sia della domanda di intervento sul settore penale e in quello del lavoro e previdenza, dato l’immancabile ribaltamento sulla conflittualità giudiziaria della carenza di occupazione e di assistenza e previdenza”, settori che – si legge ancora “hanno subito gli effetti negativi del turn-over dei magistrati” fatto che costituisce un oggettivo fattore di rallentamento dell’attività giudiziaria, “una situazione che il Tribunale di Vibo patisce da parecchio tempo” producendo “il concreto rischio che le disfunzioni evidenziate, riguardanti soprattutto la Sezione Lavoro del Tribunale, possano essere percepite dalla collettività come espressione di denegata giustizia con le conseguenti ripercussioni sulla coesione sociale”.

Lo stesso Ordine si dice quindi “pronto, pertanto, a partecipare ad ogni iniziativa, dall’Ufficio del Processo alle pratiche di deflazione del contenzioso, che possa alleviare il carico di arretrato, ma è altrettanto determinato a farsi ascoltare in ogni sede per sostenere ogni possibile sforzo organizzativo perché i diritti di lavoratori, pensionati ed imprese trovino la giusta e legittima risposta di giustizia” deliberando quindi di “trasmettere le proprie considerazioni al ministero della Giustizia, al Consiglio superiore della magistratura, al presidente della Corte di Appello di Catanzaro, al presidente del Tribunale di Vibo Valentia, al procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, affinchè per quanto di loro competenza, possano essere trovate quelle soluzioni in grado di risolvere definitivamente il carico di arretrato ed assicurare la giusta durata del processo civile ed in particolare della Sezione lavoro e previdenza”.

L’Ordine ha infine avanzato in merito a tali questioni, una richiesta di audizione di una sua delegazione al capo dipartimento dell’organizzazione giudiziaria ed al presidente della settima commissione del Consiglio superiore della magistratura.

 

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