Intervento al cimitero comunale.

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“Il cimitero di Pizzo è costituto da una parte privata, fatta di cappelle e monumenti, da una parte gestita dalle confraternite e poi da una zona più limitata che comprende i loculi comunali che si trovano lungo il muro perimetrale lato mare. In quest’ultima parte vi sono le spoglie di diverse persone ormai decedute da più di 100 anni. Nello specifico si tratta di 47 loculi per i quali nei giorni scorsi abbiamo avviato la normale procedura finalizzata a renderli nuovamente liberi, recuperando eventuali resti che verranno custoditi comunque in un’area comunale del cimitero. Fatto ciò, sarà possibile ristrutturare le pareti (compreso il muro perimetrale) e procedere a nuove assegnazioni, perché come sappiamo nella nostra città c’è carenza di posti cimiteriali, che vanno comunque previsti”.

E’ questo l’incipit di un messaggio diffuso dal Sondaco di Pizzo calbro, Gianluca callipo che annuncia inoltre: “abbiamo avviato dunque il regolare iter pubblicando l’elenco di queste tombe ultra centenarie e avviando l’attività di informazione dei familiari che avranno tempo fino a settembre per recuperare personalmente eventuali oggetti, che comunque, in loro assenza, verrebbero custoditi dal Comune. Tra le lapidi presenti ve ne sono circa 10 che sono di valenza storico/artistica, queste verranno spostate e esposte comunque all’interno del Cimitero in una unica zona per conservarle e valorizzarle considerata la loro bellezza”.

“Come spesso accade in questo periodo di campagna elettorale – continua il primo cittadino – c’è chi pure su questa vicenda avanza attacchi anche personali nei miei confronti, dicendo che mi starei permettendo di “sconzari anche i morti”. Premesso che ho grande rispetto per i defunti e per la valorizzazione delle lapidi artistiche, ritengo che tutto questo non contrasti con la necessità di ristrutturare comunque il nostro vecchio cimitero ed allo stesso tempo individuare dei nuovi luoghi di sepoltura per soddisfare le richieste di chi purtroppo viene a mancare, soprattutto se si considera che il contenuto rimasto dopo più di un secolo all’interno di tali loculi è solitamente conservato in singoli ossari. Suggerirei a chi vuole presentarsi come alternativa alla guida della città di parlare di ciò che farebbe – conclude Callipo – anziché attaccare in modo strumentale e spesso personale chi sta lavorando per attuare interventi che nei decenni passati si sarebbero dovuti già fare ma che evidentemente nessuno ha mai realizzato per assoluto disinteresse”.

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