Siamo Italiani, grande preoccupazione per l’utilizzo dei fondi comunitari

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“La situazione della Calabria in relazione all’utilizzo dei fondi comunitari indiretti, dedicati ad infrastrutture, servizi e innovazione tecnologia, per tutte le realtà pubbliche e private, appare veramente critica (mancato utilizzo delle risorse di circa il 47%) per i ritardi della stessa nell’individuare ed approvare di competenze e di una programmazione che guardi lo sviluppo e la crescita delle diverse realtà territoriali” Ad affermarlo Giacomo Saccomanno e gli onorevoli  Salvatore Cicu, Aldo Patriciello e Lara Comi.

Nel passato importi considerevoli sarebbero stati restituiti (scorsa programmazione quasi 13,7 miliardi nel periodo 2007/2013) per non essere stata, secondo Saccomanno, Cicu, Patriciello e Comi, la Regione capace di realizzare un programma adeguato e per non essere, poi, riuscita ad utilizzarli per la crescita del territorio e delle comunità (scorsa programmazione circa 1500 progetti presentati, ma solo 500 realmente avviati). Anche per il periodo 2014/2020 sembrerebbe, a loro dire, che nulla sia cambiato rispetto al passato e che, per ritardi ed insufficiente ed adeguata programmazione, vi sia il pericolo incombente che una gran parte dei fondi destinati alla Calabria possano ritornare indietro.

“Manca – affermano -, una programmazione a breve, media e lunga scadenza che preveda l’uso dei fondi comunitari per portare avanti un progetto di crescita ed innovazione generale e riguardante l’intera regione e non, invece, finanziamenti a pioggia che non incidono sicuramente in modo significativo sul territorio e che tendono, invece, a spargere contributi in favore di pochi fortunati. I ritardi e l’immobilismo sono evidenti (dei fondi del periodo 2014/2020, attualmente sono state attivate azioni programmatiche o bandi solo per 8,6 – 11,3% circa, ma per eventi e situazioni di emergenza) e, quindi, si spera che la Giunta regionale possa dare una accelerazione alla programmazione e possa individuare temi significativi quali: sanità, energia, agricoltura e ambiente, occupazione e lavoro, sostegno alle imprese e startup innovative, sociale e lotta alla povertà, per dare quella svolta che è stata sempre annunciata e mai realizzata”.

Su tutto questo si inserirebbero i ritardi nella definizione delle pratiche, “è, infatti, oramai divenuta “cattiva consuetudine” della Regione Calabria annunciare agli imprenditori e, più in generale, ai cittadini l’esistenza di Fondi comunitari per favorire lo sviluppo, l’innovazione delle imprese e l’occupazione giovanile, attraverso la pubblicazione di bandi regionali, per i quali, però, la lentezza della procedura burocratica (circa tre anni per la pubblicazione della graduatoria definitiva e per la firma delle convenzioni) finisce per paralizzare l’attività delle imprese partecipanti che, nel medesimo periodo, o trovano un’alternativa più vantaggiosa o nella maggioranza dei casi giungono a soluzioni drastiche quali la cessazione dell’attività”.

Ma, a parte una criticità evidente, quello che apparirebbe più grave “è la mancata individuazione di temi fondamentali per la crescita di un territorio e l’impegno di programmazione verso un piano complessivo e generale – dichiarano -, anche tendente, da una parte, a recuperare il ritardo in cui si trova la Regione, e, dall’altra, ad affrontare temi di rilevante importanza come l’innovazione e lo sviluppo di settori essenziali, quali sanità, energie rinnovabili, ambiente e agricoltura, trasporti e logistica, digitalizzazione e servizi, supporto alle imprese e alle startup innovative, occupazione e lavoro”.

Saccomanno, Cicu, Patriciello e Comi propongono una soluzione alternativa e cioè, i fondi diretti di Horizon 2020 con una disponibilità di circa 280biliardi per il settennato, che permetterebbero di rivolgersi alla Commissione Europea con l’ausilio di esperti e consulenti di settore che possano accompagnare, con una programmazione privata, le imprese, i giovani e gli enti sociali alla presentazione di proposte innovative per sovvenzioni che sostengano idee e sviluppo, nel conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020, con 5 obiettivi quantitativi per l’intera Unione europea, che ogni nazione e regione è obbligata a raggiungere:

1. Occupazione strategie per l’innalzamento al 75% del tasso di occupazione (con fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni, i giovani con l’inserimento, NEET, tirocini e stage, gli adulti con la riqualificazione e la mobilità);

2. R&S / Innovazione con aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione che non deve essere inferiore al 3% del PIL per le entità pubbliche e del 20% per il privato;

3. Cambiamenti climatici /energia per la riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono), 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica;

4. Istruzione per la riduzione degli abbandoni scolastici portandoli al di sotto del 10% (in Calabria attualmente la dispersione scolastica è al 30%), aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitaria (le università calabresi hanno avuto un calo negli ultimi 3 anni del 13% circa);

5. Povertà / emarginazione, servizi e strategie per persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione, abbattere il divario economico e ridurlo di almeno il 20%, la creazione di reti d’imprese sociali per un’economia partecipata”.

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