La cattedrale di San Nicola a San Marco Argentano.

Nessun commento Share:

La cattedrale di San Nicola è il principale luogo di culto della città di San Marco Argentano, in Calabria, e cattedrale della diocesi di San Marco Argentano-Scalea.

La chiesa di San Nicola è stata costruita nell’XI secolo sulle rovine di un tempio sacro a Poseidone, ha mantenuto la fisionomia originale fino ai primi decenni dell’XVII secolo. Tra il 1930 e il 1950 l’edificio ha subito lavori di restauro che provocarono il crollo della facciata e l’eliminazione del campanile, contestualmente venne rinvenuta la cripta normanna dell’XI secolo. La cattedrale fu quindi consacrata nuovamente ed aperta definitivamente al culto da Mons. Michele Rateni il 2 maggio del 1952.

L’attuale struttura è frutto di numerosi rifacimenti, di cui l’ultimo nel 1946. È caratterizzata da forti richiami a modelli medievali assemblati in maniera varia che, nonostante tutto, conferiscono al complesso uno stile armonioso. La facciata a salienti, in primis, rievoca elementi cistercensi attraverso il portale ogivale sovrastato dal rosone; le absidi esterne, invece, sono profilate da archetti incrociati a fasce bicrome che rinviano allo stile arabo-siculo di età normanna; la chiesa, inoltre, presenta un impianto basilicale, con pilastri a sezione quadrata, a tre navate con cappelle laterali, volte a crociera, arco trionfale e cripta. La navata centrale presenta un soffitto a crociera ogivale con esili costolonature poggianti su mensole; l’intera superficie è decorata con stelle su fondo azzurro di stampo gotico e termina in una campata minore che precede l’arco trionfale; nella zona absidale, affrescata con un clipeo raffigurante la Vergine col Bambino, sono presenti una serie di pannelli moderni che ritraggono San Daniele, San Ciriaco, i Martiri Argentanesi e Santa Dominata. Nella navata sinistra si aprono le cappelle della Madonna del Rosario e del SS. Sacramento in cui si conserva un pregevole tabernacolo rinascimentale scolpito a rilievo.

Nella navata destra, invece, si scorge lungo la parete, il dipinto quattrocentesco che ritrae il Santo patrono assiso in trono, in posizione frontale, raffigurato con il piviale rosso, pallio a Y e due angeli. Dalle navate laterali, attraverso due rampe simmetriche, si accede alla cripta. Quest’ultima, coincidente quasi con la metà della struttura superiore, è formata da quattro navate di cinque campate ciascuna coperte da volte a vela poggianti su pilastri quadrangolari. Gli archivolti furono realizzati con conci di tufo alternati a coppie di mattoni per far risaltare l’effetto bicromatico.

Condividi questo Articolo
Previous Article

Licenziamenti per 380 lavoratori del porto di Gioia Tauro.

Next Article

Premio Berto, selezionata la cinquina dei finalisti

You may also like