Licenziamenti per 380 lavoratori del porto di Gioia Tauro.

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Pino Macino, da Pupari & Pupi

Ne ho già parlato: ma non basta mai. Al Porto di Gioia Tauro fioccano le lettere di licenziamento. La MCT  ha mandato la letterina a 380 lavoratori. D’accordo con i sindacati che dicono che la gestione di questi soli esuberi ( oramai li chiamano così, come fossero parti  qualsiasi di un processo produttivo) è sempre meglio della chiusura del Porto….gli ammortizzatori sociali funzioneranno e per cento di essi – se faranno presto – gli daranno pure un incentivo di circa 4.800 euro pulite…ma rinunciando a diritti maturati e non goduti durante il rapporto.

I lavoratori – ancora una volta – pagano la loro condizione di avere solo braccia per lavorare….di essere sempre troppi quando il lavoro è poco. Poi scavi scavi e ti accorgi che c’è anche altro. Ad esempio ….che viene ridotta la forza lavoro proprio più o meno là dove i diritti devono per forza essere riconosciuti – …e quindi i lavoratori diretti della MCT – e non cambia nulla nelle ditte che utilizzano i lavoratori con super lavoro e pochi diritti. A poco a poco ci saranno solo loro…ed il Porto sarà completamente dominato.E ci sarà sempre più silenzio perchè le politiche del Capitale Italiano ed internazionale dicono che Gioia Tauro è un equivoco e – una volta sistemati i porti del Nord – sarà un porto alla deriva….più o meno abusivo…e che non servirà  più. Abbiamo le nostre belle responsabilità di Calabresi. Siamo poveri ma anche incapaci, disponibili alla corruzione ed ad un ruolo di subalternità. Perchè? Perchè manca una classe dirigente ed una politica regionale .

Da sempre. Prima ne prendiamo atto e prima capiremo che di questo passo anche questa strana, inaspettata avventura finirà.

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