A Capistrano oggi la prima edizione del Premio Renoir.

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Si terrà stasera alle 21.30 nella piazza Renoir di Capistrano, incantenvole borgo vibonese la prima edizione del premio intitolato al celebre pittore francese.

Dopo i saluti del Sindaco di Capistrano Marco Pio Martino e del vicesindaco Luigi Vallone si passerà ai vari interventi previsti in scaletta. A prendere per primo la parola sarà il giornalista Andrea Fera. Seguirà poi l’intervento del docente e scrittore Michele Guarna, quello del giornalista Michele Garrì e infine quello dello storico Saverio Di Bella.

Le conclusioni saranno affidate all’imprenditore Pippo Callipo. I lavori saranno moderati dal giornalista Nicola Pirone.

Renoir – lo ricordiamo – è stato un pittore francese, considerato uno tra i massimi esponenti dell’Impressionismo.

Nel 1993 feve notizia il ritrovamento di alcuni affreschi “ritoccati” dallo stesso Renoir proprio nella chiesa madre di Capistrano,. Un tema che fu riaperto anni dopo da Mario Guarna, autore del recente volumetto Gli affreschi di Renoir a Capistrano. Un mistero svelato (edizioni Ibiskos Ulivieri, 84 pagine, 15 euro), il quale sostiene che l’artista era giunto nel piccolo centro calabrese su consiglio di un sacerdote conosciuto a Napoli, originario di quelle parti. Il prete gli fece avere una lettera di raccomandazione del vescovo, lettera che gli avrebbe consentito di ricevere ospitalità nelle case parrocchiali della zona. Il pittore francese, avrebbe raggiunto Capistrano nel dicembre del 1881. Qui egli – sempre secondo la ricostruzione del Guarna – dipinse paesaggi, lavandaie, contadini e fanciulle e colpito per la generosa ospitalità ricevuta dai capistranesi, decise di ricambiare le loro gentilezze acconsentendo alla richiesta del sindaco di intervenire per recuperare gli affreschi della chiesa, che l’umidità stava danneggiando irrimediabilmente. Guarna nel suo libro – tra le varie prove – offre un’analisi puntuale delle parti “ricostruite” ancora oggi osservabili, mettendole poi a confronto con altre opere del pittore, a definitiva dimostrazione della loro paternità nonchè la presenza di alcuni stilemi tipici della pittura impressionista, come l’abbandono del chiaroscuro e l’utilizzo dei colori per la resa delle ombre.

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