Pippo Caffo (nella foto) non è certo tipo da deludere i tifosi o da abbattersi per le difficoltà. E lo dimostra ancora una volta, preannunciando la volontà di utilizzare tutti i mezzi legali necessari affinché venga riconosciuto alla Vibonese – la squadra di cui è patron – il diritto di restare in serie C, anche di ricorrere al Consiglio di Stato dopo le motivazioni del TAR.
Dopo che il TAR del Lazio ha infatti respinto la richiesta della Vibonese stessa – rappresentata e difesa dagli avvocati Gabriele Cacciotti e Pierpaolo Cacciotti – volta a sospendere la decisione del mese scorso emessa dal Collegio di Garanzia per lo Sport del Coni in virtù della quale la società è costretta a militare in serie D, lo stesso Presidente Caffo, si è scagliato duramente contro la Federazione e la Lega Pro affermando sul sito della società che, “la questione incomprensibile di questa vicenda è che Federazione e Lega Pro si sono rifiutate di eseguire un provvedimento della Corte Federale D’Appello esecutivo, secondo le norme sportive, che aveva accertato che il Messina aveva giocato fino a fine campionato senza fideiussione. Ci chiediamo perché? Qualcuno ci spieghi – si legge ancora sul sito in questione – perché per la prima volta nella storia il Presidente Federale e la Lega Pro hanno impugnato un provvedimento del massimo organo di giustizia della Federazione. Per la prima volta una società si trova come avversari la propria Federazione e la Lega di appartenenza in un caso dove avrebbe dovuto averle come alleate. Andremo fino in fondo per aver delle risposte alle nostre domande! Qualcuno prima o poi ci dovrà delle spiegazioni”.
Adesso bisognerà quindi attendere che il TAR entri nel merito della questione e si pronunci, mentre la notizia del mancato accoglimento della sospensiva ha suscitato l’ira dei tifosi che sui social hanno scritto decine e decine di post per sostenere Caffo in questa sua battaglia.
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