Conoscere, tutelare, salvaguardare un bene Patrimonio UNESCO sono obiettivi fondamentali che dovrebbero rappresentare una priorità di programma e di azione, sia per le comunità di riferimento, ma anche per le istituzioni e gli enti che hanno responsabilità chiare e precise nei processi di conoscenza e valorizzazione dei patrimoni, materiali e immateriali dei popoli.
Il 16 novembre 2010, a Nairobi, in Kenya, il Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile dell’UNESCO decise, all’unanimità, di iscrivere la Dieta Mediterranea nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità sancendo, così, in modo incontrovertibile che il mangiar sano dei popoli del Mediterraneo, oltre a rappresentare e racchiudere una sintesi millenaria dei regimi alimentari delle società affacciate su questo mare carico di storia, in grado di assicurare salute e longevità ai popoli che la praticano, costituisce anche un bene etnoantropologico e culturale in senso lato poiché il riconoscimento UNESCO della Dieta Mediterranea è stato inteso e compreso come stile di vita culturale, sociale, storico, gastronomico, alimentare, ambientale, paesaggistico e dei costumi.
“Quando abbiamo iniziato la nostra attività programmatica come Club UNESCO, nel 2015” dichiara la Presidente Maria Loscrì, “abbiamo avuto l’immediata percezione che in territori e comunità come le nostre, ancora succubi di atavici retaggi culturali ed istituzionali che hanno causato e ancora causano ritardi sempre più gravi a carico della nostra Regione, essere portatori ed ambasciatori dei valori praticati e diffusi dall’UNESCO nel mondo, avrebbe potuto significare, in primis, far tesoro di un riconoscimento universale quale è quello della Dieta Mediterranea, puntando sulla diffusione e valorizzazione di un elemento, Patrimoni Mondiale, che ancora non era conosciuto come tale neppure presso l’amministrazione comunale di Nicotera, oggi dichiarata dal Consiglio Regionale della Calabria, con apposita Legge, “Città di Riferimento”. Da lì in poi è iniziato un lungo e intenso lavoro di diffusione e valorizzazione dell’elemento Dieta Mediterranea, nella sua consacrazione UNESCO, che ha portato a risultati significativi, se non addirittura sorprendenti visto il contesto di riferimento, poiché alla nostra proposta di far nucleo intorno all’impalcatura culturale riconosciuta e consacrata dal riconoscimento UNESCO della Dieta, anche in vista di un’attenzione, specifica e sostanziale alla fruibilità dei nostri patrimoni, hanno risposto positivamente, in prima battuta, tutte e diciotto le amministrazioni comunali interpellate, compresi i comuni commissariati. Ad oggi, nel declinare una progettualità sempre più ampia e complessa, il lavoro del Club UNESCO di Vibo Valentia si snoda su ben venticinque comuni del Vibonese, dunque metà della provincia.”
La Legge approvata dal Consiglio Regionale della Calabria, su proposta degli Onorevoli Greco, Sergio e Morrone, rappresenta un dispositivo normativo serio ed importante per tutte le nostre comunità calabro-calabresi perché predispone lo strumento legislativo necessario affinché la Calabria possa affermarsi, nel panorama internazionale, come Regione protagonista di processi economici, sociali, culturali forieri di risultati concreti e sostenibili sui singoli territori e nelle specifiche comunità. È prevedibile, infatti, che se sarà data voce ai protagonisti nuovi degli scenari politici e culturali in campo, sarà anche possibile fissare, per raggiungere, una serie di obiettivi di ampio respiro che daranno importanti riscontri nei settori compresi e coinvolti dalla tematica Dieta Mediterranea, che sono davvero tanti…partendo dalla salute per arrivare alla vita culturale delle comunità nelle più svariate espressioni, agli aspetti socio-antropologici, gastronomici, alimentari, ambientali, paesaggistici, dei costumi, delle produzioni biologiche a filiera corta.
Comunicato stampa, Club Unesco di Vibo Valentia
Presidente Dott.ssa Maria Loscrì