“L’uso incontrollato delle tecnologie aumenta la complessità e quindi la conflittualità, compromettendo la pace”.
È quanto ha dichiarato questa mattina a Brescia Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence e professore di Pedagogia della Comunicazione dell’Università della Calabria, in occasione della giornata conclusiva della prima edizione del Festival della Pace, promossa dal Comune insieme alla Diocesi, le Università, l’Ufficio Scolastico e altre istituzioni.
Caligiuri è intervenuto al convegno “Le crescenti sfide della cybersicurezza”, insieme al Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Brescia Mario Maviglia, al docente dell’Università di Brescia Giorgio Pedrazzi e all’ex pilota di droni militari Cian Westmoreland, coordinati dal Portavoce della manifestazione Marcello Zane, che ha spiegato le ragioni del Festival della Pace, promosso a Brescia dove da anni si svolgono iniziative per la pace in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose industrie di armi e da installazioni nucleari. Per la Civica Amministrazione era presente la Presidente del Consiglio Comunale di Brescia Laura Parenza. Caligiuri ha spiegato che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso c’era il pericolo nucleare in un contesto in cui gli Stati erano gli unici attori del contesto internazionale e quindi sono riusciti a sviluppare politiche di deterrenza e di controllo, evitando che la situazione diventasse irreparabile.
“Oggi – ha spiegato – gli Stati competono e sono praticamente in guerra con i poteri economici e le organizzazioni criminali e terroristiche. In particolare i poteri economici, sopratutto nella prevalente dimensione finanziaria, sono spesso fuori controllo e questo aumenta gli squilibri e le tensioni nel pianeta”. Caligiuri ha poi proseguito sostenendo che “lo sviluppo incondizionato delle tecnologie aumenta i pericoli per la pace, poiché i conflitti sono sempre di più di natura economica e culturale e vengono combattuti sul web e a base di informazioni. E questi rischi aumentano ancora di più con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale”. Caligiuri ha infatti concluso dicendo che “chi controlla il cyberspazio può controllare il mondo, così come chi controllerà l’intelligenza artificiale potrà controllare il mondo. E non è affatto detto che siano gli Stati democratici. Probabilmente è proprio questa la maggiore ombra oggi sulla pace nel mondo”.