L’anno che sta per passare, apertosi con il terzo commissariamento e con la profanazione perpetrata ai danni del cimitero comunale si chiude all’insegna di una diffusa apatia e anche delle bombe che non sono purtroppo quelle dei fuochi pirotecnici. Di certo un 2017 che non sarò ricordato negli annali dove – a fronte di un estate più vivace del solito e di un mare più pulito (ma non si vive solo d’agosto perché i mesi sono dodici e va passali…) – si devono registrare diverse dinamiche negative: dall’accentuarsi dello spopolamento, alla crisi sempre più profonda del commercio, dai numerosi atti delinquenziali, alla quasi totale paralisi della vita sociale e culturale cittadina, fino al ritrarsi della città dai “tavoli” che contano, mentre tutt’attorno è un fermento di sinergie e progettualità. Fatti e constatazioni non critiche.
Sembra un quadro davvero da “Caporetto” e a farlo davvero rassomigliare all’atmosfera di disfatta di quei giorni di cento anni fa, vi sono altre similitudini: dalla mancanza di una chiara percezione dei pericoli in cui va incontro il paese, fino al quadro complessivo che vede pochi attori lottare (governo municipale, parroci, singoli esponenti politici o dell’associazionismo, operatori scolastici e semplici cittadini) abbarbicati disperatamente, come le divisioni italiane lo erano sul Piave, sotto lo spettro incombente della disfatta.
Eppure se è vero che cent’anni fa, tutto sembrava congiurare per una sicura catastrofe, un popolo, il nostro, seppe appianare le discordie, ritrovare le ragioni dell’essere popolo contro il nemico invasore, ricostituire il suo potenziale in attesa di nuovi cimenti, avvicinare governanti e alti ufficiali all’uomo della strada auscultandone impressioni e bisogni, e infine, con un esercito ormai composto da ragazzi di 18 19, 20, 25 anni massimo, riprendere l’iniziativa strategica contro un avversario potente e ostinato, fino a portare la Nazione – nello spazio di 11 mesi – dalla più ignominiosa delle sconfitte, alla più bella delle vittorie.
Così io spero che le forze che a livello nicoterese non hanno ceduto alle sirene del disfattismo e del piagnisteo senza costrutto, che si sono profuse in cento sforzi per tenere in vita quel poco che resta del tessuto sociale cittadino, passate queste feste, che sono non solo un momento di riposo ma inevitabilmente anche di bilanci, rialzino da subito la testa e gli spiriti affinché in questo 2018, che ci si schiude innanzi, si compiano dei passi decisivi per incamminare finalmente questa cittadina, verso la grande comunità dei paesi civili e vivibili, pur nella lucida consapevolezza che mezzo secolo di sfascio, certo non si aggiusta in un anno ma che in quest’anno, si possa porre le basi di qualcosa di importante che può quantomeno fare cambiare rotta alla nostra amata Nicotera. Città che ogni nicoterese degno di questo nome non può non amare, nonostante vizi e carenze. E gli spunti del resto non mancano.
Collocazione geopolitica. Qualche giorno fa, dopo le riflessioni da me operate sul giornale online Mediterraneinews.it, anche Enzo Comerci, con una nota, ha riaperto la questione su un possibile “sganciamento” di Nicotera dal vibonese in direzione del reggino. Per quanto il primo problema sia cambiare prima noi stessi e per quanto io, non abbia nulla contro la provincia di Vibo, che anzi se ben governata, avrebbe potuto davvero essere un isola felice tra mari e monti, è chiaro che la situazione di perifericità – anche geografica e quindi immutabile – della città all’interno del vibonese, è sotto gli occhi di tutti. Dei vari comprensori che costituiscono la provincia in questione (quello napitino, quello serrese, quello tropeano), il nostro è il più debole e trascurato perciò questa questione va valutata. Del resto i legami storici e culturali con la vicina Piana di Gioia Tauro sono antichi e innegabili. E quindi anche se, come in tutti i divorzi, anche in questo, vanno soppesati costi e benefici, è chiaro che: a) entreremo in un circuito, quello della Piana, ricco di vita sociale e culturale; b) la nostra marina potrebbe diventare il punto terminale di un sistema turistico, quello della Costa Viola; c) potremmo godere dei benefici di un mercato più ampio in termini di popolazione e di attività produttive; d) potremmo uscire dalla suddetta situazione di perifericità, anche perché ci si impiega di più ad arrivare a Vibo valentia che a Palmi, Polistena, Rosarno o Gioia tauro. In questa prima fase non parlerei però di fusioni con i centri viciniori, poiché troppo grandi sono le consistenze demografiche dei comuni della Piana con il nostro e punterei piuttosto a un’unione, cominciando a mettere in comune diversi servizi. Sono parimenti contrario ad una fusione con i comuni a noi vicini: Joppolo è un paese demograficamente morto che nulla ci può offrire, a San Calogero non c’è niente di rilevante, mentre da una fusione con Limbadi avremmo più guai che benefici.
Questione ambientale. La lotta per un mare pulito va assolutamente ripresa ma in quadro più sistemico, facendo capire che non può essere una lotta che riguarda solo i nostri fratelli della frazione marittima. Parimenti la riuscita del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti, che è stata di recente affidata ad una ditta foggiana, dipende soprattutto da noi cittadini. Non solo va fatta una seria campagna di informazione ma vanno individuati e puniti gli eventuali trasgressori che già oggi hanno trasformato più punti del territorio in autentici immondezzai a cielo aperto. Anche sul problema idrico si devono fare passi avanti, sia reperendo finanziamenti per la sostituzione delle condotte che cominciando a scavare quei pozzi che ci consentano un domani di diminuire la dipendenza da Sorical. Il verde cittadino va curato di più, vanno bonificate tutte quelle aree o microaree che sono oggi invase da rifiuti e va imposto ai proprietari di eliminare l’eternit, perché queste son cose logiche e sono cose che dobbiamo fare anche in rispetto ai tanti morti che si sono avuti tra tumori, leucemie e altre malattie terribili.
Dieta Mediterranea e sanità. Nell’anno che sta per essere consegnato alla cronaca si è avuta, come tutti sanno, l’approvazione della Legge regionale sulla dieta mediterranea di Nicotera, su cui molto si è speso Antonio Leonardo Montuoro. E’ un atto importante – il primo dopo oltre un decennio di chiacchiere – sul quale però, ora è necessario impostare delle azioni concrete. La sede dell’Osservatorio, non dovrà infatti limitarsi ad “osservare” ma essere “il cervello” di un più vasto sommovimento progettuale che interessi l’Asp, la regione, le associazioni di categoria, le scuole, i ristoratori, ecc. Va poi assolutamente ripresa l’idea di riattivare il Centro per l’obesità presso il plesso ospedaliero cittadino che può tra l’altro coesistere benissimo con l’idea – descritta in maniera esemplare dall’amico Fabio Badolato e da me invocata fin dal 1994 – di una Residenza Sanitaria per Anziani (pubblica o privata che sia), vista la crescente domanda di posti letto, mentre altre soluzioni non sono al momento proponibili, dato lo stato di salute della sanità calabrese. Così come va ripresa la lotta per un efficiente Punto di primo soccorso e la campagna avviata dal Lyons Club per l’acquisto di una autoambulanza da 118. Tornando alla Dieta mediterranea infine, non sarebbe cattiva idea, promuovere l’istituzione – anche in cooperazione con qualche istituto alberghiero pubblico o privato – di un corso teso a formare cuochi e chef. Di aiuto alla vicenda, potrà, infine, anche essere la costituenda Associazione Commercianti Nicoteresi – ASCON, che sarà portata a termine in queste settimane.
Istruzione e cultura. Le nostre scuole sono tra gli ultimi presidi di pubblica utilità che ci sono rimasti, ma il crollo demografico minaccia anche loro. Per questo motivo, il Liceo e l’Itis, vanno difesi con le unghie e con i denti. L’innesto di nuove generazioni d’insegnanti è stato sicuramente un bene per l’offerta didattica erogata da questi istituti ma – pur nella consapevolezza che oggi fare il docente è molto più complicato rispetto al passato e lascia meno tempo libero – va studiato qualcosa che aumenti l’attrattività degli stessi, da un lato potenziando l’offerta extradidattica e dall’altra avviando nelle scuole primarie dei centri circonvicini (e in questo riallacciare i rapporti con la Piana ci tornerebbe utile) una campagna promozionale. Per quanto riguarda la cultura, è chiaro che la mancanza di strutture – contro la quale mi sono inutilmente sgolato per anni – ci penalizzi, perché se uno apre un cinema, un teatro, una biblioteca, un museo, poi queste strutture “producono” iniziative. Tuttavia la nascita del giornale on-line che sta andando molto bene (oltre 120.000 visualizzazioni al mese solo su FB) e del Centro Studi Nicoterese, che unisce professionalità nicoteresi (Mariella Calogero, Marisa Montuoro, Orsolina Campisi, Domenico Silipo, ecc) a personalità di altri centri (da Patrizia Nardi a Anna Murmura, fino a Gilberto Floriani) è la prova che si può fare cultura anche qua e in questo senso, la piena riuscita dei lavori del Forum sullo spopolamento – con la presenza del Vescovo, del vicepresidente della Regione e del Presidente ANCI Calabria – ne è la prova. Per questo siamo già al lavoro per due grossi eventi di cui uno vedrà la nostra Giudecca protagonista, primo passo di una rivalutazione del centro storico (Baglio, Borgo e Palmentieri). Su questo aspetto va diffusa la “cultura del bello” recuperando conservando preservando e tramandando il patrimonio storico artistico ed architettonico della nostra comunità anche spingendo il comune a varare i pian attuativi del PSC (piano del colore, piano di recupero del centro storico, ecc). Si dovrà lavorare poi sull’intenzione di Oliverio, di tenere in città un Festival del gusto e del benessere, che può costituire l’asse portante di un cartellone di eventi estivi. Si può infine ragionare di un cartellone di eventi religiosi.
Sicurezza e legalità. Su questo fronte, l’attivazione del primo nucleo di un impianto di videosorveglianza deciso dalla commissione straordinaria non può che trovarci d’accordo. Si tratterà poi di estenderlo, poiché il territorio è vasto e la popolazione è dispersa su ben cinque nuclei urbani. Parimenti va ripresa l’idea dell’istituzione di un presidio di polizia o PS nell’ex immobile confiscato di Nicotera marina. Ma l’affermazione del principio di legalità, passa anche per un maggior coinvolgimento dei cittadini alla cosa pubblica e su questo – quello della partecipazione – che non ha costi ma solo benefici, bisognerà interloquire con gli stessi commissari. Solo un paese coinvolto infatti, diventerà un paese vivo che sente come sua la cosa pubblica e quindi sarà più portato a difenderla.
Su questi punti, cari amici, si giocherà la partita dell’anno venturo. Anzi, riprendendo una celebre affermazione di Engels – scritta sulla Deutsche Brusseler Zeitung del 23 gennaio 1848 alla vigilia di avvenimenti che cambiarono il corso della storia europea – si può dire che “Il nostro 2017 non ha deciso nulla ma esso ha posto con acutezza e con chiarezza tutti noi, gli uni di fronte agli altri; esso non ha risolto nessuna questione ma ha posto tutte le questioni in maniera tale che ora devono essere risolte” !!!
E se mi chiedete se i nicoteresi risponderanno all’appello, non avendo io, il dono della divinazione, li esorto con le parole che D’Annunzio – uno dei protagonisti della vittoria del ’18 – rivolse a Eleonora Duse: “Sono uscito stamani alle nove, per vedere se tra la posta di quell’ora, ci fosse la lettera con la risposta tanto desiderata e aspettata, con una così terribile ansietà. Non c’era. Ho aspettato fino a mezzogiorno, inutilmente. Ho aspettato fino alle tre….Ti scrivo aspettando le cinque, l’ultima posta, l’ultima speranza…..”