Pacilè (PD): Elezioni decisive per l’Italia. Scontro tra filoeuropeisti e populisti.

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Dal Segretario del Partito Democratico di Vibo città Francesco Pacilè, riceviamo e pubblichiamo questa nota.

Secondo il politologo e costituzionalista Stefano Ceccanti, le elezioni del prossimo 4 marzo avranno la stessa portata  storica delle elezioni politiche del 1948 (le prime della nostra storia repubblicana). Se nel 48’ la scelta fu tra le forze filo-occidentali e le forze filo-sovietiche, nel 2018 la scelta sarà tra le forze progressiste filo-europee e le forze populiste e conservatrici anti-europee.

Il Partito Democratico ad oggi rappresenta la maggior forza progressista presente in Italia, forza che cinque anni orsono,  con la non-vittoria di “Italia Bene Comune” e la conseguenziale assenza di una chiara maggioranza in Parlamento, ha preso su di sé la responsabilità di governare il Paese.

Chi scrive non sempre è stato morbido nei confronti di alcune scelte dei governi a guida PD. Alcune cose sono state fatte bene, altre potevano essere fatte meglio, altre ancora potevano essere fatte diversamente. Non si può, però, non constatare  il fatto che  là dove prima vi era la recessione ora vi è la crescita; la dove prima vi era la sfiducia delle imprese e delle famiglie ora vi è la fiducia; là dove prima vi era la cieca austerità ora vi è la flessibilità. A dirlo non è il Segretario del Circolo PD Di Vibo Valentia, ma l’ISTAT. Certo, si poteva fare di più! La crescita è ancora poco generalizzata e rischia di essere debole se non si continua sulla strada delle riforme.

La legislatura conclusasi lo scorso 28 dicembre ha visto inoltre un notevole avanzamento per quanto riguarda i diritti civili. Persone che fino a cinque anni erano per lo Stato inesistenti oggi esistono. Penso alle tante persone omosessuali che grazie alle unioni civili possono amarsi liberamente anche davanti alla legge; penso alle tante persone fiaccate da malattie incurabili che grazie al bio-testamento potranno lasciare questo mondo con dignità; penso alle tante persone sfruttate nei campi di pomodori o agrumi che grazie alla legge sul caporalato potranno denunciare i propri “padroni”; penso ai tanti figli “naturali”, “legittimi” e “adottivi” che grazie alla riforma del diritto di famiglia saranno semplicemente “figli”; penso infine alle tante donne vittime della violenza maschilista che grazie alla legge sul femminicidio potranno denunciare i propri aguzzini.

    Non posso inoltre fare a meno di citare l’approvazione del nuovo codice anti-mafia, l’introduzione del Reddito d’inclusione (prima misura universale contro la povertà assoluta), le tante assunzione nella Pubblica Amministrazione (Professori, Ufficiali giudiziari etc.), le misure a favore dal mezzogiorno (decontribuzioni, fondi agevolati per i nuovi giovani imprenditori, istituzione delle ZES etc.). A tal proposito credo anche sia anche doveroso ricordare che la prossima istituzione delle ZES, prevista appunto nel decreto mezzogiorno, riguarderà anche l’area portuale di Vibo Marina, il ché accompagnato dagli investimenti regionali per il suo potenziamento offrirà notevoli occasioni di sviluppo per il nostro territorio. Come ho avuto modo di dire poc’anzi tutto questo non ci soddisfa del tutto. La disoccupazione, anche se diminuita notevolmente rispetto al 2013, rimane ancora una piaga sociale assai grave, così come i casi occupazione precaria e malpagata. Per far fronte a ciò abbiamo deciso di porci tre priorità: lavoro, lavoro e lavoro. Per creare ancora nuovi posti di lavoro è necessario abbassare le tasse a chi crea posti di lavoro stabili, alle famiglie, al ceto medio e ai lavoratori. Il tutto dovrà inoltre essere accompagnato dall’introduzione di un salario minimo al di sotto del quale nessuno potrà essere pagato.

    Ovviamente siamo consapevoli che l’arte del governo non è semplice né priva di ostacoli. Noi del Partito Democratico lo sappiamo perfettamente, e a differenza delle altre forze politiche manteniamo ben saldi i piedi per terra evitando proposte demagogiche e economicamente infattibili. Il PD è ad oggi l’ultimo partito rimasto in Italia, che vive la militanza quotidianamente e che quotidianamente vive il territorio.

   Paradossale è a tal proposito la vicenda della Deputata vibonese a 5 Stelle On. Dalila Nesci, la quale dopo aver dispensato mediaticamente lezioni di giustizia (giustizialista con gli altri e garantista con i propri) politica e di  democrazia a destra e manca (a tal proposito consiglio la visione del video di auto-candidatura del 31 dicembre dove pubblicamente “minaccia” e “diffida” i militanti pentastellati che non la pensano come lei, ci chiediamo infatti se sia questa la concezione di democratica discussione che la Onorevole esercita nel proprio movimento politico) scopre dopo cinque anni di appartenere ad un territorio, intestandosi battaglie non proprie (vedi la recentissima vicenda LSU-LPU) e criticando continuamente senza proporre concretamente nulla di realmente fattibile. La differenza sta tra noi e gli altri sta proprio in questo: noi proviamo a cambiare le cose in maniera pragmatica, gli altri invece promettano la luna.

   Come tutti gli uomini anche noi non siamo esenti da errori, tanto di valutazione quanto di progettualità, ma siamo pronti a riconoscerli in nome della nostra passione per la politica e per il bene comune. Il mio non vuole essere solo un invito a votare il Partito Democratico, ma piuttosto un invito a votare in maniera consapevole, valutando attentamente i programmi delle varie forze politiche che concorreranno alle elezioni e le idee di queste sono portatrici. La democrazia è bella se il cittadino è protagonista attivo della vita politica del Paese. Per fare questo è necessario un confronto costruttivo con tutti gli attori in campo. Il Partito Democratico è uno di questi e nelle prossime settimane, a Vibo come nel resto d’Italia, proverà a spiegare a tutti i cittadini il perché riporre in lui la propria fiducia. Non in nome di promesse inattuabili, ma in nome di un programma di governo che possa contribuire al benessere comune dell’Italia e degl’italiani.

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