Strage di Cisterna Latina. Tutti colpevoli?

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Il Carabiniere di Cisterna di Latina, Luigi Capasso, suicidatosi dopo aver barbaramente ucciso le due figlie di 7 e 13 anni e ferito gravemente la moglie di 44 anni, lascia tutti costernati per la premeditazione e la ferocia del gesto inconsulto. Un Carabiniere che per cultura e missione deve proteggere i cittadini, ancor più se sono i propri familiari, desta uno sconforto indicibile.

Quattro vittime di cui uno è il carnefice. Non c’è dubbio che aldilà dell’incomprensibile labilità della mente umana, vi è una considerazione nuda e cruda che sorge spontanea. Non potevano non sapere del dramma che covava in quella famiglia, tutti quelli che a vario titolo, stavano vicino a quelle bimbe, alla madre a al padre assassino: amici, ambiente di lavoro, associazioni, servizi sociali, parrocchia, magistratura, arma dei carabinieri e forze di polizia. Se solo una di queste realtà avesse fatto prevalere il dovere civico, aldilà di quello giuridico, oggi non piangeremmo questa tragedia.

Questa tristissima vicenda rappresenta la sconfitta della cosiddetta società civile, quella società che deve prima di tutto saper far prevalere il senso e il dovere civico portatore di personalità morale, in parallelo al dovere giuridico. Una tragedia annunciata a chiare lettere ma che gli struzzi di turno hanno preferito non vedere mettendo, colpevolmente, la loro testa, sotto la sabbia.

La polizia di Stato aveva ricevuto una chiara denuncia da Antonietta Gargiulo, moglie e madre perseguitata non da un marito qualunque, ma da un marito carabiniere che non andava trattato  come un normale stalker violento, bensì come un rappresentante dello Stato che sbagliava più di un normale cittadino, il cui comportamento illegittimo andava affrontato con urgenza e risolutezza, AVVISANDO quantomeno il diretto superiore dell’Arma dei Carabinieri di Luigi Capasso, per dovere morale e di cortesia istituzionale oltre che giuridica, stante la gravità del fatto omicidiale, che infangava a priori, da parte di un Suo rappresentante, l’Onore dello Stato.

L’Arma conosceva il caso, tant’è che Capasso da quattro mesi viveva in caserma, e in passato era stato sottoposto a un provvedimento disciplinare con sospensione per una presunta truffa all’assicurazione. Era stato quindi trasferito da Cisterna ad Aprilia e poi a Velletri. “Avevo incontrato le bambine qualche tempo fa ed erano terrorizzate dal padre – ha detto all’Adnkronos Maria Belli, avvocato che tutela la signora Gargiulo.

La scuola frequentata dalle due sorelline non poteva non sapere e non poteva non accorgersi del disagio vissuto in famiglia. Si dovevano attivare il consiglio di classe, il consiglio dei genitori, il consiglio d’istituto e segnalare il tutto anche alle autorità competenti.

Gli amici fraterni della parrocchia aldilà della solidarietà e della preghiera che sicuramente avranno recitato, avrebbero dovuto segnalare e denunciare il caso, come si fa in una famiglia, solidarizzando, ma assumendosi l’onere del sacrificio cristiano a difesa della famiglia e della persona umana.

I servizi sociali al corrente di tutto, si saranno limitati al freddo e distaccato modus operandi del burocratese italiano, con un’assistenza epistolare e consultiva più che esecutiva e risolutiva.

I magistrati avranno anche loro valutato il caso in base ai tempi della loro burocrazia e procedura interna che porta spesso ad interviene, a fatto compiuto.

I colleghi dell’ambiente di lavoro, hanno assistito ad uno o forse più atti di violenza da parte di Luigi Capasso nei confronti della moglie che l’aveva anche schiaffeggiata sul posto di lavoro, durante l’orario di sevizio. Mi domando dove stavano i colleghi e il responsabile della sicurezza dei lavoratori e la rappresentanza sindacale, presenti per legge in ogni luogo di lavoro. E in ultimo il titolare, informato di un reato accaduto durante l’orario di lavoro e, in qualità di legale rappresentante, per legge, avrebbe dovuto intervenire durante e dopo l’accaduto.

Un vuoto istituzionale e un grigiore morale e civico che rende colpevoli consapevoli a posteriori, tutti gli attori che hanno recitato da comparsa in questa tragedia annunciata, la cui trama vista e rivista sugli schermi dei media , scuote le coscienze, purtroppo, solo allo scorrere dei titoli di coda. Stendiamo un velo pietoso…

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