Il nigeriano Tony Iwobi eletto al Senato con la Lega di Salvini. Il suo pensiero sull’immigrazione.

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Tony Iwobi ha 62 anni e vive in Italia da circa 40 anni. Di origini nigeriane è stato nominato responsabile dell’immigrazione nella Lega. Nel suo profilo facebook ha scritto:  <Amici, è con grande emozione che vi comunico che sono stato eletto Senatore della Repubblica! Dopo oltre 25 anni di battaglie nella grande famiglia della Lega, sta per iniziare un’altra grande avventura…Grazie, grazie, grazie! Io sono pronto, amici!> Iwobi è l’unico ed anche il primo Senatore della Repubblica italiana, di colore. Ha una esperienza politica da oltre 20 anni. E’ stato consigliere comunale a Spirano in provincia di Bergamo, ricoprendo l’incarico di capogruppo e poi anche di assessore ai Servizi Sociali.

Il tema sull’immigrazione è stato il leitmotiv della campagna elettorale, il vero nervo scoperto delle tensioni del popolo che ha votato sull’onda emotiva della protesta ben cavalcata dalla Lega in maniere più diretta ma anche dal Movimento 5 stelle in maniera più soft ma incisiva.  Iwobi il suo pensiero sulla immigrazione lo ha esposto in maniera chiara sui social laddove il neo Senatore afferma che < Senza binari della legalità, né prospettive, si creano quelle zone di anarchia che mettono a disposizione della criminalità organizzata risorse umane per ogni tipo di business, dal caporalato alla prostituzione, dallo spaccio di droga alla compra-vendita di esseri umani. Questo crea un allarme sicurezza, non l’immigrazione in sé.

Emma Bonino ha affermato di recente che “Senza i migranti, nessuno raccoglierebbe più i pomodori”. Da immigrato, ritengo queste parole fuori luogo e irrispettose. Quello che auspica la Bonino e la sinistra con questa frase non ha nulla a che vedere con l’immigrazione che ho vissuto io. Un tempo era il cotone oggi si parla di pomodori. Sui miliardi spesi nell’immigrazione clandestina, basterebbe investirne la metà di quanto speso per una politica familiare, giusta, credibile e duratura che permetterebbe alle famiglie italiane di essere sostenute per fare più figli.

In Francia, Macron ha realizzato campi profughi in Niger dove analizzare la domanda d’asilo: chi scappa dalla guerra raggiunge in aereo la Francia, chi è un migrante economico resta nel suo paese d’origine! Questa è una politica seria! Una mossa che consegue il doppio risultato di sottrarre i migranti al viaggio della morte attraverso il Sahara e il Mediterraneo ma anche quello di alleggerire il già ingolfato sistema di accoglienza europeo.

Questa immigrazione in Italia, – prosegue Iwobi – non è l’immigrazione che ho vissuto io: che futuro possiamo garantire a queste persone, se non c’è lavoro nemmeno per i nostri giovani? Perché non c’è controllo nei centri d’accoglienza? Il governo Gentiloni canta vittoria per aver ridotto il numero degli sbarchi, ma la realtà è che il numero dei migranti è comunque molto elevato e che questo porterà al collasso il sistema di accoglienza anche a discapito di quel 7%,sul totale degli sbarcati, che ha realmente la necessità di essere ospitato perché fugge da una guerra. Gentiloni al pari di Renzi, ha ridotto il nostro Paese sul lastrico e invaso da centinaia di migliaia di finti profughi che mettono a serio rischio la stessa vita democratica e la convivenza civile.  La discriminazione nasce proprio quando dilaga l’immigrazione clandestina, in quanto è l’anticamera all’ingiustizia sociale e all’insicurezza. Più si fanno arrivare profughi, dico così, perché pochissimi di loro scappano davvero dalle guerre, più aumenta il cos nel Paese e la conseguenza è proprio quella di atteggiamenti e comportamenti razzisti. Se invece si ha rispetto per una immigrazione sana e controllata si ha anche l’integrazione e quindi si annulla il rischio razzismo.

Israele offre biglietti d’aereo ai migranti per ritornare nei paesi d’origine, l’Italia offre colazione, pranzo e cena a migliaia di migranti economici. Dal 4 marzo, l’immigrazione non dovrà più costare miliardi di euro e migliaia di vite umane!

L’ Europa continua a pagare la Turchia di Erdogan per bloccare la rotta dei migranti che arrivano dalla Siria e continua a girarsi dalla parte opposta quando lo stesso attacca i curdi, imprigiona i giornalisti e manda i bambini al martirio.

I morti in mare rispetto allo stesso periodo del 2017 sono in aumento, è inaccettabile che nessuno ne parli: bisogna bloccare gli sbarchi e i viaggi della morte, è l’unico modo per evitare che muoiano persone in mare.

5 miliardi: ammonta il costo di quanto salirà nel 2018 la spesa per l’accoglienza secondo le stime del governo (in aumento rispetto al 2017) nonostante gli sbarchi in calo. Nel nostro paese abbiamo 500.000 immigrati clandestini che quotidianamente si scontrano con problemi e difficoltà dovuti alla loro condizione precaria a livello sociale ed economico. Bloccare gli sbarchi significa prevenire la clandestinità e prevenire le tensioni sociali. Il tunnel della morte miete ancora vittime innocenti: la colpa è di chi illude queste persone di un futuro migliore in questo paese e di un Governo che ancora non comprende l’importanza di un blocco navale per azzerare gli sbarchi e salvare vite umane>

Tony Iwobi ha le idee chiare sull’immigrazione clandestina. I migranti profughi hanno una serie di protezioni legislative internazionali e nazionali che li aiutano e li soccorrono, dovendo fuggire dalle proprie nazioni in guerra. Mentre i migranti cosiddetti “economici”,- termine orribile per descrivere un essere umano, ma la logica del business non conosce altri termini se non quelli della cruda realtà della speculazione e dello sfruttamento – vanno ugualmente aiutati perchè altrimenti sono costretti a vivere ai margini della società, sfruttati nei campi agricoli, avviati nella prostituzione, nello spaccio di droga ecc., subendo maggiori umiliazioni qui in occidente rispetto a quelle sicuramente patite nelle loro terre di origine. Se aiutati con sussidi umanitari internazionali in loco, avrebbero potuto costruire, nella loro giovinezza, un futuro di sviluppo con prospettive di crescita concrete e reali, con la gioia di vivere accanto alle proprie famiglie senza essere sradicati dalle loro tradizioni e cultura, con una prospettiva economica che permetterebbe, come ad ogni lavoratore indipendente economicamente, di viaggiare nel mondo, non da clandestino ma da turista o uomo di affari.

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