I Riti della Settimana Santa a Nicotera: Dalla Pasqua dello studente all’Ufficio delle Tenebre.

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Tra i riti più suggestivi della settimana santa nicoterese vi erano quelli del mercoledì Santo. Ovviamente stiamo parlando di tempi in cui il paese contava oltre ottomila anime, l’attaccamento alla religione era molto più sentito di oggi e la chiesa locale oltre ad annoverare parecchi sacerdoti era coadiuvata da numerose associazioni locali (Azione cattolica, Acli, Fuci, ecc) oltre che dalle varie confraternite cittadine, mentre oggi solo il parroco e un manipolo di volenterosi riesce per fortuna a tenere ben viva il nucleo essenziale dei riti della Settimana santa.

Una città che pero non ha quantomeno memoria di quello che si svolgeva in altri tempi non può non ricordare ad esempio i riti che si tenevano il mercoledì Santo.

La mattina del mercoledì santo infatti, era dedicata alla cosiddetta Pasqua dello Studente che si svolgeva nella chiesa di San Francesco, che si riempiva di tutte le scolaresche cittadine dalle medie alle superiori (e allora la popolazione studentesca era di certo molto più numerosa di quella attuale). Da tenere presente che questa era l’unica chiesa nicoterese che, per un antico privilegio, ospitava un trono vescovile con accanto gli stalli per il Capitolo Cattedrale, poi smantellati. Qui si teneva un pontificale celebrato dal vescovo e assistito da tutto il Capitolo Cattedrale con gli insegnati di religione che preparavano il tutto per la buona riuscita di questa cerimonia, l’unica solennità pasquale che veniva celebrata in questa chiesa.

Un altro rito molto suggestivo del mercoledì santo nicoterese, era poi quello del cosiddetto Ufficio delle Tenebre che si teneva in Cattedrale nel pomeriggio di questa giornata. Durante questa cerimonia, i componenti del Capitolo Cattedrale si alternavano nella lettura e allontanandosi dal coro, spegnevano, a turno, una delle candele (che per consuetudine erano di colore rossiccio) poste in un grande candelabro ligneo a forma di triangolo a quindici fiamme che era stato collocato al centro del corridoio del presbiterio. L’ultima candela era spenta dopo la lettura fatta dal vescovo. La cerimonia si teneva in lingua latina ed ad essa  faceva seguito l’ultima predica quaresimale cui seguiva la Via Crucis predicata per le vie dell’intera Città.

Nel frattempo nelle varie chiese della città proseguivano i lavori tesi ad ultimare i cosiddetti “sepolcri”, e gli altari maggiori di tutte le chiese venivano trasformati in enormi palcoscenici. Era un lavoro che richiedeva moltissimo tempo e aveva inizio nel pomeriggio della Domenica delle Palme, ci dicono i cultori di storia patria locale che ci hanno tramndato questi aspetti della Settimana Santa nicoterese al quale prendevano parte valenti artigiani e parecchi falegnami. Quelli più suggestivi erano quello realizzato nella Chiesa del SS. Rosario dipinto da Domenico Russo e occupava l’intero abside compreso l’altare, quello della chiesa Cattedrale che si preparava nella Cappella della Madonna delle Grazie ed era stato dipinto da Cosma Russo e quello di san Giuseppe di cui purtroppo si sono perse le tracce. La preparazione dei vari “sepolcri” richiedeva ben tre giorni, per cui il tutto era pronto nelle prime ore del pomeriggio di mercoledì al fine, poi, di consentire alle donne di completare il tutto e procedere alla pulizia della chiesa.

 

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