Prevale l’incertezza della base M5S e PD. Fico ci riprova ancora

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Pd: Pd sempre più spaccato sul possibile accordo di governo con il M5S. Il vice segretario reggente, Maurizio Martina, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, ha dichiarato che andrà fino in fondo nel tentare un accordo con i 5Stelle per evitare il ritorno alle urne, scatenando dure reazioni, soprattutto da parte degli esponenti più vicini a Matteo Renzi, il quale, dal canto suo, non commenta ufficialmente, autodefinendosi una “Sfinge”, ma la sua posizione è chiara: secondo l’ex premier, Martina porterebbe il Pd da Di Maio come una resa e i tempi di questo eventuale accordo sono sbagliati, perché prima bisognava far consumare il fallimento di Salvini e dei grillini, per poi provare a convincere la base del Pd.

M5S: Anche la base del M5S sembra essere contraria all’accordo di governo col Pd e lo esprime chiaramente sui Social Network, accusando Di Maio di aver tradito 11 milioni di voti e ammettendo di preferire un ritorno alle urne, rispetto a un “inciucio” con Renzi. Una protesta che il leader cinquestelle non intende sottovalutare, tanto che nei prossimi giorni sarà organizzato un vero e proprio sondaggio esteso a tutti gli elettori M5S per misurare il reale gradimento del patto 5S-Pd e, soprattutto, per prendere tempo, perché, come spiegano dalla Direzione del Partito, “l’odio che abbiamo reciprocamente alimentato in questi mesi non lo risolvi in un attimo”. Tuttavia, sostengono sempre dal M5S, “il contratto col Pd è l’unica via per dare un governo di cambiamento al Paese” e, a sostegno di questa tesi, oggi Di Maio, all’assemblea dei parlamentari, spiegherà i motivi che hanno portato alla rottura della trattativa con la Lega.

Centrodestra: Silvio Berlusconi dà un’altra spallata all’ormai remota possibilità di un accordo di governo tra centrodestra e M5S: in un comizio a Prozus, al confine tra Friuli e Slovenia, per le celebrazioni del 25 Aprile, il leader di Forza Italia ha pronunciato parole al veleno nei confronti dei pentastellati, pur senza citarli direttamente. “C’è una formazione politica che non si può definire democratica, delle persone mi hanno detto di sentirsi come gli ebrei di fronte a Hitler” ha affermato Berlusconi, salvo poi ritrattare in serata, con il suo staff a chiarire che si tratta di una frase “non appartenente al pensiero e al sentire del Presidente Berlusconi”. Una rettifica tardiva che non ha fermato la spirale di polemiche.

fonet cdo

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