Il 27 agosto, in Regione, il presidente Mario Oliverio incontrerà una rappresentanza del movimento “14 luglio”. Nella giornata di ieri, la gente dell’associazione nicoterese, soprattutto donne, esasperata dalle tante promesse puntualmente disattese, dalle prime ore della mattina, ha bloccato il traffico della statale 18, tra Rosarno e Mileto, all’altezza del bivio per Nicotera perché, dopo due anni di lotte, per il “14 luglio” nulla a Nicotera è cambiato riguardo mare, depurazione, decoro urbano, ma, soprattutto, a queste latitudini, “la ‘ndrangheta continua a tenere in pugno il territorio e lo Stato il pugno non lo batte da tempo”.
“Siamo giunti diverse volte a questo punto – afferma Antonio D’Agostino – e adesso si ripete la storia peraltro aggravata dagli ultimi fatti di sangue che contraddistinguono un degrado totale del territorio. In qualche modo dobbiamo uscirne altrimenti moriremo anche noi per inciviltà, ambiente invivibile, qualità della vita insopportabile. Solo una reazione ci può tirare su anche se c’è chi ci vuole tenere sotto il tacco, ma noi non ci stiamo”. Primi “colpevoli”, le istituzioni indifferenti, che si girano dall’altra parte e che fanno muro di gomma. “Abbiamo dialogato tanto con le istituzioni– dichiara D’Agostino –, inutilmente, come con la terna commissariale. Abbiamo offerto aiuto, fatto proposte, abbiamo conquistato da soli dei finanziamenti. L’effetto quale è stato? Quasi nullo. I lavori li hanno fatti male, hanno stralciato addirittura un intervento fondamentale, sui rifiuti hanno atteso 5 mesi per fare un contratto, la Sorical doveva mettere 5 punti prelievo nella rete e chiuderla e non l’ha fatto, le perdite sono dell’80 per cento e per questo si pagano bollette salatissime. L’ultima che hanno combinato? Mandano bollette sbagliate non operando lo sconto a chi ha il recapito fuori paese”. Adesso il movimento chiede interlocutori seri e affidabili. “Mario Oliverio ci ha presi in giro – evidenzia –. Ci aveva promesso che avrebbe fatto uno studio dei fondali per capire una volta per tutte quali sono i fattori dell’inquinamento, è venuto a Nicotera parlando di depurazione e anticipando che c’erano i fondi e che ormai il problema era risolto. Tutti hanno avuto i fondi, tranne Nicotera. Ci vogliono punire perché siamo stati cittadini attivi? Parleremo di tutto ciò con Oliverio perché i commissari non sono più interlocutori affidabili e non vedono l’ora di scappare via da questo posto. Prenderemo, inoltre, delle iniziative perché secondo noi l’alluvione ha dei responsabili precisi, per questo abbiamo preparato un dossier pronto per Dda e Procura. Noi non ci fermiamo, non ci possiamo fermare”.
Sotto accusa soprattutto i commissari che guidano il Comune. “Abbiamo fatto delle richieste ai commissari, ci abbiamo provato, ma loro non hanno rispettato ciò che avevano promesso – afferma il presidente Maria Adele Buccafusca –. Dopo l’alluvione avrebbero dovuto pulire canali, grate, ma nulla. Adesso abbiamo deciso di dire no alla “merda” che ci circonda. Pretendiamo i diritti essenziali, visto che paghiamo le tasse”.
“Siamo ritornati indietro di due anni – afferma Arturo Lavorato –. L’anno scorso eravamo soddisfatti perché le acque erano pulite, ma non appagati perché non era dato conoscere dal punto di vista scientifico le cause di questa pulizia”. Le colpe sarebbero anche da attribuire ai mancati finanziamenti per la depurazione. “La Regione Calabria – dichiara – ha finanziato, con fondi Por, un piano di soluzione per i comuni con problemi di depurazione, ma, stranamente, Nicotera è stata esclusa dall’assegnazione di tali stanziamenti nonostante tutte le cause indicate dalla direttiva europea si ritrovano in città. Quasi ci fosse una volontà politica-istituzionale di punirci, forse perché abbiamo alzato troppo la testa? Adesso l’alzeremo ancora più di prima”. Due anni fa l’occupazione del Comune. “Ci avevano promesso una task force – continua – della quale avremmo fatto parte noi e le associazioni regionali a difesa dell’ambiente, per indagare sulle cause scientifiche delle acque del mare di Marina che sembra cronicamente sporco e approntare i rimedi. Non ne abbiamo più sentito parlare”. Senza task force nessuna possibilità di studiare lo stato dei fondali, nessun piano concertato per il Mesima, nessuna opportunità di rilevare fonti abusive di inquinanti o smaltimenti dei fanghi di depurazione, impossibilità di superare il sistema Iam. “Ci hanno accontentato con un finanziamento che ci ha consentito di svolgere dei lavori di emergenza sulla rete fognaria – evidenzia – nei quali, però, la mancanza di collaborazione della terna commissariale ha fatto sì che non venisse realizzato l’intervento che per noi era all’apice delle priorità, la stazione di sollevamento al fosso “San Giovanni” dove si fanno interventi come alla foce del Mesima in pieno agosto. Interventi che dovrebbero essere realizzati in vista della stagione estiva vengono fatti nel pieno della stagione”. Oltre al presidente della Regione il movimento chiama in causa anche il prefetto Giuseppe Gualtieri. “L’obiettivo immediato è un’interlocuzione diretta con Oliverio, ma anche con il prefetto – sottolinea Lavorato –. Il primo lo conosciamo bene, il secondo non lo conosciamo, ma notiamo la sua assenza dal nostro territorio”.
Promesse fatte ma mai mantenute, quindi, anche per Claudia Calogero. “E’ due anni che lottiamo per mare, violenza, cattiva depurazione, anche dei paesi limitrofi perché Nicotera ha una posizione particolare per cui tutti i liquami arrivano qui con tanti problemi. Il fosso San Giovanni continua a scaricare acque non ben definite, i commissari fanno promesse parlando di tavoli ai quali non ci fanno partecipare così come alla gestione dei fondi che noi due anni fa con la lotta e l’occupazione abbiamo ottenuto con la lotta e l’occupazione”.