Il processo per lo sviluppo del servizio della Telemedicina, considerata oggi insostituibile ponte tra territorio e ospedale, avanza a lunghe falcate ed è diventata un riferimento di emergenza ed urgenza importante per l’ammalato cronico in Calabria. Chi ha partecipato, sabato 13 ottobre, tra medici, infermieri, personale sanitario e pubblico, nella sala delle conferenze della Camera di Commercio, al focus organizzato sulla Telemedicina indicata quale nuova e sicura frontiera di assistenza sanitaria a distanza, ha capito che sul territorio vibonese c’è anche una parte della sanità che funziona.
Dall’appassionato dibattito, coordinato dal giornalista Giuseppe Sarlo e da Rocco Mazzù, responsabile del servizio assistenza domiciliare agli anziani dell’Asp, legato all’esame dei dati legati all’avviato progetto di sperimentazione, ideato dalla struttura Villa delle Rose di Monterosso, per “la gestione del soggetti con patologie croniche a domicilio”, in corso già da quasi un anno e alle analisi e proposte emerse nel corso degli interventi di esperti e autorevoli esponenti del mondo della sanità calabrese, è venuto fuori che il paziente cronico può contare, da oggi, in Calabria, su un più funzionale servizio di teleassistenza e telesoccorso.
E’ quanto emerso nell’atteso intervento di Soccorso Capomolla, (in foto) dirigente sanitario responsabile della struttura Ville delle Rose, sui dati che illustrano, in esecuzione al progetto sperimentale, lo stato di attività della Telemedicina nelle tre aree in cui è stato suddiviso il territorio vibonese ed il cui coordinamento organizzativo è affidato alla competenza di Domenico Capomolla, che sovrintende alla gestione della casa protetta. Secondo Soccorso Capomolla c’è una domanda forte di assistenza per la Telemedicina che scaturisce sulla dalla presenza di 2349 soggetti anziani cosiddetti fragili rispetto agli oltre 23 mila soggetti anziani residenti con età superiore ai 70 anni. Parte da qui l’attivazione sperimentale del servizio di telesoccorso e teleassistenza di Monterosso che nasce dall’esigenza di migliorare i servizi offerti agli anziani ed anche dalla necessità di ridurre il numero dei ricoveri inappropriati per anziani.
A favorire la sperimentazione del progetto vibonese di Telemedicina il sistema dell’Healt Information Management focalizzato sulla crescente assistenza agli anziani e sulla gestione delle patologie croniche. Ne parlato, in un intervento via skipe da Bruxelles, un esperto scientifico dell’informatica applicata, Marco d’Angeloantonio, Presidente e amministratore delegato della società che ha concepito e gestito progetti europei nell’area dell’healt e dell’inclusion che ha confermato il successo e la validità del percorso di Villa delle Rose. Il focus ha, poi, diretto la sua attenzione sulle positive esperienze della Telemedicina a Vibo Valentia.
Tutti articolati e ricchi di sicure analisi gli interventi. A partire da quello di Vincenzo Natale, direttore dell’unità operativa di Pronto Soccorso e alla guida del dipartimento di emergenza ed urgenza, nell’indicare la funzione dell’area nevralgica del triage e nel proporre la soluzione alle più ricorrenti criticità legate al percorso territorio-ospedale ha osservato che s’impone, per uno stabile sistema di emergenza, l’applicazione di una idea dinamica, utile e realizzare un sistema in rete collegato all’emergenza e all’urgenza.
Poi è stata la volta di Maurizio Cipolla, presidente della società calabrese di Telemedicina il quale ha confermato che il sistema Calabria, nonostante le difficoltà evidenziate in questi ultimi anni di sperimentazione e avvio del servizio, riesce a dare risposte più che positive, mentre per Franco Galati, responsabile del servizio stroke unit della Neurologia all’ospedale di Vibo Valentia, impegnato a spiegare la Telemedicina nei percorsi integrati Spoke-Hub, l’assenza di una reale rete regionale condizionala una migliore efficacia del già positivo impegno nell’applicazione della Telemedicina nei casi di ictus e trombolisi.
Interessanti anche le valutazioni del presidente dell’ordine dei medici, Antonino Maglia e di Roque Pugliese, rispettivamente sul fabbisogno per i percorsi integrati nella medicina di base e sulla telemedicina nelle reti dell’emergenza.