Questa mattina, 31 ottobre, alle 5 ora italiana la Corte suprema pakistana ha finalmente pronunciato la sentenza nei confronti di Asia Bibi. È stata dichiarata innocente, ora è libera. L’11 novembre 2010 era stata condannata a morte in base all’articolo 295-C del codice penale sotto l’accusa di blasfemia per aver bevuto un bicchiere d’acqua in una pausa dal lavoro dei campi il 14 giugno 2009.
«Non puoi bere l’acqua dal nostro bicchiere, i cristiani sono impuri e non devono bere dagli utensili dei musulmani», le gridano alcune donne musulmane che lavoravano con lei. Come comprensibile, Asia si difende e ne nasce un piccolo alterco. Due donne si recano da un imam locale che la denuncia per blasfemia, la donna non ha mai rinnegato la sua fede in Gesù e per questo viene condannata.
La prima sentenza del 2010 viene confermata in appello il 16 ottobre 2014. Nel 2015 la Corte suprema accetta il ricorso, ma dopo lunghe peripezie processuali si deve attendere l’8 ottobre 2018 per avere la sentenza che poi, per ragioni di sicurezza, viene resa pubblica solo oggi.
Il verdetto di oggi è stato pronunciato in un clima di massima allerta, con oltre 300 poliziotti a presidiare il tribunale di Islamabad. Perché molti sono coloro che volevano la conferma della condanna a morte, Khadim Hussain Rizvi, a capo del partito islamista Tehreek-e-Labbaik Pakistan (Tlp), sta organizzando una protesta nazionale contro l’assoluzione della donna.
fonte Il Timone
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