Piano spiaggia, i pescatori di Nicotera Marina sul piede di guerra

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Il Piano spiaggia in dirittura d’arrivo prevede lo spostamento del tratto di spiaggia da sempre occupato dai pescatori e, inevitabilmente, dilaga il loro malumore. La marineria di Nicotera Marina questa volta non intende piegare la testa. Il provvedimento è di là da venire, ma il solo pensiero di finire in tratto del litorale lontano dall’abitato e troppo esposto alle correnti fa salire la rabbia alle stelle. Come tutti i pomeriggi, si ritrovano sull’arenile. Riparano le reti, preparano le barche e scrutano il mare per capire quando sarà il momento di varare. Discutono un po’ di tutto, ma il Piano spiaggia è il loro argomento preferito. <Ci vorrebbero spostare – afferma Giuseppe Saladino, 51 anni – in un posto dove non si può varare o tirare a riva la barca neppure col mare calmo. Una scelta inaccettabile che il Comune deve rivedere tenendo presente che da qui ci può mandare via solo il Padreterno>. In realtà, la decisione di trasferire l’area dei pescatori a Sud della Marina non appartiene nè ai tecnici comunali né alla commissione straordinaria.

A imporre modifiche alle tavole progettuali del Piano sarebbe stato il dipartimento Urbanistica della Regione le cui prescrizioni, peraltro, tenderebbero ad accogliere i dettami della legge che andrà in vigore nel 2020. Legge che, tra le altre cose, prevede l’azzeramento delle concessioni e la loro messa a bando, nonché una distanza minima tra i lidi non inferiore a 50 metri. Un aspetto questo foriero di grossi problemi che l’architetto Bruno Doldo, già sovraordinato dell’ultima terna commissariale aveva cercato in qualche modo di smussare. <La verità è che non ci aiuta mai nessuno – sostiene Salvatore Saladino, pescatore da sempre – Viviamo con la piccola pesca, ma mentre prima il mare era ricco e ci dava tranquillamente da mangiare ora è cambiato tutto. Le recenti alluvioni – aggiunge – hanno completato l’opera. I fondali marini sono pieni di fango, tronchi d’albero e altri materiali ingombranti per cui non possiamo neppure calare le reti. A casa, però, tutti i giorni ci aspettano mogli e figli>.

Ci sono rabbia e amarezza nelle loro parole. Non capiscono il perché della decisioni di trasferirli altrove e sfogano il loro disappunto mettendo nel mirino forze politiche, Comune, commissione straordinaria e, naturalmente, anche il governo reo di preoccuparsi solo dei migranti, mentre la gente di mare è alle prese con problemi di sopravvivenza. Al loro fianco ci sono anche i cittadini. <Non sono pescatore – sottolinea Umberto Pirelli, 32 anni – ma vivo da sempre vicino a loro, li ammiro per come affrontano la vita. Non si arrendono mai, hanno orgoglio e dignità da vendere. Meritano la solidarietà di tutti noi>. Per ora solo sfoghi dai contenuti forti, la prossima settimana tutti in assemblea. Poi, si vedrà.

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