<Mia madre è ultranovantenne ed è invalida al 100%. Spesso devo provvedere a controlli e cure, ma, non funzionando l’ascensore dell’ospedale nicoterese, sono costretto a rivolgermi ad altre strutture molto distanti e a volte con sacrifici snervanti. Perdurando questo stato di cose, non mi resta che presentare in Procura un esposto-denuncia a carico dei dirigenti dell’Asp responsabili>. Domenico Macrì, agente di polizia in pensione, non usa mezzi termini. A nulla valendo le proteste verbali, pensa di rivolgersi all’autorità giudiziaria affinché, ove ne esistessero i presupposti, vengano accertate responsabilità ed omissioni per le condizioni di abbandono in cui naviga la sanità nicoterese. E l’esposto potrebbe non essere solo quello di Macrì. In settimana, infatti, Pd e Psi, delusi per l’ennesimo mancato rispetto degli impegni presi nel corso di un recente incontro col management dell’Asp guidato dallo stesso direttore generale Angela Caligiuri, si ritroveranno per fare il punto della situazione. Non ci sarebbe da sorprendersi se anche in questo caso, attesa l’improduttività del confronto, venisse imboccata la via della magistratura.
Intanto, nella struttura ospedaliera l’elenco dei guai s’allunga. Dal tetto del terzo piano, infatti, gocciola acqua sui pavimenti. L’unico rimedio individuato sino ad oggi è quello attivato da un inserviente delle pulizie che ha piazzato secchi dappertutto con la speranza di impedire che l’acqua arrivi ai piani sottostanti. Sulla scorta dell’esperienze e dei ritardi maturati con ascensori, impianto di illuminazione, bagni, erbacce e altro ancora, c’è da temere che a sanare il problema dell’infiltrazione sarà solo il prossimo caldo estivo. Grazie al freddo degli ultimi giorni, tra l’altro, torna d’attualità il problema dei riscaldamenti. Nonostante il consumo di seimila litri di gasolio al mese, laboratori, ambulatori ed uffici sono scarsamente scaldati. I termosifoni sono obsoleti e inefficienti, mentre la colonna montante, grazie al suo notevole carico d’anni, disperde l’80% del calore costringendo il personale a lavorare in condizioni di disagio.

Disagi s’avvertono anche e soprattutto nell’ambulatorio che ospita il servizio vaccinazioni frequentato soprattutto da bimbi. Installando dei climatizzatori, probabilmente, si risparmierebbero ingenti risorse. Sulle inefficienze esistenti nella struttura e, in particolare, sulla questione ascensori, è intervenuto anche il consigliere regionale Michele Mirabello, ma, nonostante le rassicurazioni ricevute, al momento non s’è mossa foglia. Amareggiato appare lo psicologo Pino D’Aloi, referente della struttura. <I problemi sono tanti – dice – ed io ho fatto tutti i passaggi necessari per ovviare alle carenze che stanno penalizzando utenti, medici e personale. Tutte le segnalazioni fatte, però, non hanno ancora avuto un seguito>. E, con ogni probabilità, non l’avranno mai perché <tutte le richieste inoltrate negli anni passati – sostiene Franco Prenesti, ex responsabile della struttura oggi in pensione – non sono mai state prese in considerazione. Per dirne una, circa cinque anni fa ho lamentato l’inadeguatezza dell’impianto di riscaldamento avanzando proposte che venivano sposate in toto dal management. Oggi la gente lavora ancora al freddo! La verità è – conclude – che chi dirige e prende impegni non viene mai ascoltato dall’apparato burocratico. Evidentemente, vengono coltivati altri interessi>.