Condannato l’imputato Peppino C. originario di Nicotera, difeso dall’Avv. Giovanni Vecchio, accusato del reato di cui all’art. 595 c.p., per aver offeso la reputazione di Antonio Leonardo Montuoro, giornalista stimato e apprezzato nonché all’epoca dei fatti era il Direttore Generale ed oggi il Presidente dell’Accademia Internazionale della Dieta Mediterranea Italiana, difeso dall’Avv. Salvatore Campisi. Il condannato aveva riportato frasi diffamatorie su dei volantini distribuiti durante la riunione di un pubblico convegno, svolto in data 19.8.2011, gremito e partecipato da eminenti personalità locali e nazionali tra questi, il Vice Presidente della Commissione Antimafia della Camera dei Deputati, On. Mario Tassone. Poi all’indomani, il condannato, ha proseguito il reato affiggendo, per le vie di Nicotera, manifesti dello stesso tenore dei volantini precedenti e, successivamente, gli veniva concessa la pubblicazione di un articolo sotto forma di “editoriale”, nel periodico locale “Proposte”, numero 8 dell’agosto 2011, sempre con frasi diffamatorie, a mezzo stampa. Presidente dell’Accademia all’epoca dei fatti, era il prof. dott. Leonardo Iacopino, medico specialista e docente all’Università di Tor Vergata di Roma.
L’Accademia della Dieta Mediterranea, in questi 9 anni di vita, ha operato in un ambiente cittadino socialmente degradato e sfilacciato, divenendo un presidio di cultura, di crescita sociale, ma soprattutto di rispetto della legalità. Uno degli slogan dell’Accademia diffuso sul sito, nei convegni e ripetuto agli studenti nelle scuole, al fine di promuovere il cibo sano e biologico, è: <La dieta mediterranea è contro tutte le mafie che inquinano i terreni.>
Il giudice della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, Rosa Maria Luppino, il 30 gennaio u.s., ha dichiarato l’imputato responsabile del reato ascrittogli, condannandolo alla pena della multa oltre al pagamento delle spese e al risarcimento dei danni anche nei confronti dell’Accademia, costituita come parte civile, oltre alle spese processuali liquidate in euro 3.420,00 più oneri di legge. Si rimane in attesa delle motivazioni entro i prossimi 60 giorni.
Piena soddisfazione viene espressa dalla parte offesa che vede in questo provvedimento una giusta ed esemplare sentenza che fa giustizia verso una persona da tutti riconosciuta di specchiata moralità e di corretta, limpida e cristallina reputazione sia personale che istituzionale. <Questa sentenza dovrà servire da monito ad altri calunniatori – afferma Montuoro – che presto subiranno analoga sorte. La calunnia e la diffamazione, specie se perpetrate sui social e sulla stampa, devono essere perseguite con fermezza per stroncare un malcostume che, alla pari delle lettere anonime, interessa i piccoli paesi dove alligna l’invidia e l’incultura ripiegata in complessi d’inferiorità disperata, che sfociano, inesorabilmente, in forme compulsive di ricerca smaniosa del consenso sui social, non essendo riusciti ad acquisirlo nel mondo reale. Metodi meschini di calunniatori e calunniatrici che diffamano generalizzando nel tentativo di “sporcare e mascariare” l’operato degli uomini onesti e di buona volontà, al pari di come accade nel mondo mafioso. Gentaglia meschinamente invidiosa, che non sa, per innata maleducazione, come fare ad imitare i comportamenti nobili e disinteressati delle persone per bene. Il rispetto della legalità parte dalla revisione di questi comportamenti asociali. Chi non sa controllare il proprio impeto volgare e diffamatorio, si colloca automaticamente nella sfera dell’illegalità.>
Come parte civile, sia l’Accademia che Montuoro, in fase processuale, hanno già chiesto un risarcimento di circa 50.000,00 euro. Somma che potrà essere ancora sottoposta a maggiore valutazione in sede di accertamento civile. Sarà anche valutata, da parte del legale, una eventuale azione risarcitoria in merito a quanto pubblicato a mezzo stampa nel citato editoriale del periodico “Proposte”.
Di sicuro avrà pesato, nella valutazione del Giudice, il fatto che le parti lese, sia l’Accademia che il Presidente Antonio Leonardo Montuoro, sono rispettivamente una Istituzione fondata da soli Enti dello Stato quali, il Comune di Nicotera, la Provincia di Vibo Valentia, la Regione Calabria tramite una apposita legge, l’INDIM e il Comitato Parlamentare Bipartisan per l’Innovazione Tecnologica e lo Sviluppo Sostenibile di Camera e Senato quest’ultimo, rappresentato dal dott. Montuoro che ne è membro da oltre 30 anni. Altresì, a tutela dell’immagine di Montuoro, avranno influito i notevoli successi che ha fatto ottenere all’Accademia con riconoscimenti a livello nazionale e internazionale nonché, le positive dichiarazioni dei Carabinieri di Nicotera, sia sull’accertamento dei fatti oggetto di causa che sulla illibata fedina civile e penale di Montuoro, conosciuto negli ambienti istituzionali sia per l’incarico nella Consulta Antiracket del Ministero degli Interni sin dal 1996 e sia per i suoi studi e titoli accademici vari, tra questi, quello di Analista di Teo Intelligence e membro del Centro Studi sull’Intelligence dell’Unical, con contatti a tutti i livelli istituzionali dello Stato italiano e del Vaticano, contrastando l’illegalità in generale e denunciando i delinquenti in particolare e, da oggi – aggiunge Montuoro – daremo la caccia anche a tutti i calunniatori e a tutte le calunniatrici seriali.