Caso Chindamo, una lettera contenente nuovi indizi ed un movente rilancia indagini e ricerche sulla scomparsa di Maria

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maria chindamo

I contenuti della lettera recentemente spedita a Nicodemo Gentile, legale della famiglia di Maria Chindamo, l’imprenditrice 44enne di Laureana di Borrello scomparsa quasi tre anni fa in contrada “Montalto” di Limbadi, rilanciano indagini e ricerche facendo ritenere vicina la soluzione del misterioso caso. Nuovi spunti, circostanze specifiche e dettagliate, movente ben definito, luoghi indicati con chiarezza. Chi mette nero su bianco <è persona che conosce bene l’ambiente che ruotava attorno a Maria – sostiene il fratello Vincenzo – è qualcuno che è vicino alla famiglia o è vicino agli assassini>. Vincenzo è ormai convinto che sua sorella abbia pagato con la vita la sua voglia di ribellarsi e di non chiudersi in se stessa dopo la morte del marito scommettendo su una nuova vita e su nuovi sentimenti. Per certo, la lettera infrange il muro d’omertà e chi scrive non sembra essere nè millantatore nè un mitomane. Piuttosto dà l’impressione di volersi liberare di un peso di coscienza mettendo la magistratura nelle condizioni di chiudere il cerchio.

nicodemo gentile
nicodemo gentile

<Nella lettera – spiega l’avv. Nicodemo Gentile – c’è una serie di dettagli molto riservati noti solo a noi e agli inquirenti e che rendono attendibile la comunicazione. Dettagli, comunque, che solo chi conosce la vicenda può sapere. Chi scrive, quindi, o ha saputo da fonti bene informate o ha visto. Naturalmente, tutto questo – continua – testimonia che la comunità non vuole più tacere e punta ad accelerare il percorso che porta alla verità. Per certo, non si brancola più nel buio>. L’avv. Gentile, naturalmente, appena ricevuta la lettera, l’ha subito trasmessa alla Procura della Repubblica di Vibo, che, valutata l’attendibilità del documento, non ha perso tempo nel riavviare le ricerche. In località “Montalto”, su un terreno appartenente ad un imprenditore della zona e a poche centinaia di metri di distanza dal luogo in cui Maria, la mattina del 6 maggio 2016, è stata sequestrata e portata via, sono così tornati ruspe, Ris di Messina e cani molecolari di Palermo. Gli scavi pare stiano ancora proseguendo anche perché <nella lettera – rimarca Nicodemo Gentile – sono stati indicati più siti>. Resta il mistero sugli indagati. Mantenendo la Procura il massimo riserbo, l’unico dato in merito è quello riportato nella trasmissione “Quarto grado” da una giornalista che ha asserito di aver discusso con un parente del marito di Maria Chindamo e di aver appreso dallo stesso che era indagato e che gli erano stati sequestrati un trattore, due autovetture e due pistole. I conti, insomma, cominciano a tornare e per Vincenzo Chindamo non ci si trova di fronte a una nuova pista , ma <si rimane – dice – sulla strada maestra>. Quella della vendetta.

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