Il report del convegno della Coldiretti sull’ agrumicoltura a Rosarno

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Nella stessa giornata, non è un caso, vissuta a ritmo intenso nella piana di Rosarno-Gioia Tauro che ha visto lo smantellamento della baraccopoli di San Ferdinando nefasto simbolo di quella catena di sfruttamento, continuamente denunciata dalla coldiretti, che vede sottopagate le arance e clementine, la Coldiretti ha messo in campo una mobilitazione sull’agrumicoltura con un convegno in un gremitissimo auditorium comunale di Rosarno. Insomma, l’altra faccia della medaglia per coniugare sempre di più giustizia economica e sociale. Intervenendo il sindaco di Rosarno Giuseppe Idà ha reso nota una lettera scritta al ministro delle Politiche Agricole Centinaio, con la quale chiede un intervento per venire incontro al disagio degli agrumicoltori della piana di Rosarno – Gioia Tauro. Ha altresì proposto l’istituzione di un tavolo di confronto con le istituzioni e agli attori del comparto agrumicolo. “Vogliamo che questo distretto agricolo – ha detto – diventi un modello di integrazione dove i lavoratori immigrati siano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale”.

Il presidente della sezione Coldiretti di Rosarno Mimmo Cannata ha invitato i colleghi produttori ad affinare sempre di più la qualità delle produzioni agrumicole con miglioramento varietale per soddisfare le esigenze del mercato. Il direttore della Coldiretti di Reggio Calabria Pietro Sirianni, ha fatto il punto sulle problematiche del comparto ad iniziare della concorrenza sleale da parte della Gdo e dei prodotti stranieri che arrivano sui nostri mercati ribadendo l’impegno a denunciare le filiere deviate e speculative e tutelare il Made in Italy nel comparto agrumicolo nel rispetto delle norme ottenute da Coldiretti con l’innalzamento della percentuale di succo delle aranciate dal 12 al 20%. che ha contribuito ad aumentare un richiesta di mercato del 60%, modificando sensibilmente il gusto del consumatore. Sulla determinante attenzione alla riconversione varietale e all’innovazione di prodotto è stato centrato l’intervento del direttore regionale Francesco Cosentini, che ha chiesto una più equa distribuzione del valore all’interno della filiera, tutelando le categorie più deboli: produttori, lavoratori e cittadini-consumatori. Stimolanti sono state le esperienze positive raccontate da imprese virtuose che operano nella filiera che hanno orientato le loro scelte imprenditoriali producendo succhi e aranciate con più del 20% di succo di arancia mettendo sul mercato prodotti innovativi che utilizzano esclusivamente arance calabresi.

Il direttore Generale del Dipartimento Agricoltura Giacomo Giovinazzo ha svolto una puntuale analisi della  crisi in particolare delle clementine, della ristrutturazione della filiera e di un adeguamento nel medio e breve periodo del piano agrumicolo. “La genesi della crisi,  ha detto, in parte è derivata dall’eccesso produttivo, dovuto anche all’embargo russo, ed in generale, sulla piana di Rosarno la presenza di varietà poco richieste dal mercato. La questione – ha affermato – deve essere principalmente affrontata dal governo poiché gli agrumi sono un interesse nazionale e nell’ambito regionale le future azioni strutturali per affrontare la riconversione colturale. Nell’intervento conclusivo il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto, ha ricordato che Coldiretti fedele ad uno slogans non ha mai lasciato sola Rosarno. “Siamo stati i primi a denunciare che lo sfruttamento dei braccianti è figlio di un prezzo che non copre neanche i costi per la raccolta, e ad accendere i riflettori sulla catena di sfruttamento che ha colpito e continua a colpire lavoratori, agricoltori e trasformatori, che quotidianamente si sforzano ad operare nel rispetto delle regole. Per questo ha ringraziato l’ex presidente di Coldiretti Calabria Molinaro che era presente in sala. Negli ultimi anni – ha detto -abbiamo avuto una concentrazione di effetti collaterali alla produzione agrumicola che hanno determinato una “tempesta perfetta”: calamità naturali, incoerenza commerciale, concorrenza sleale con produzioni di altri paesi a cui viene data la cittadinanza calabrese.

Noi siamo pronti e insieme alla Regione vogliamo mettere in campo un piano di ristrutturazione del comparto agrumicolo, per fare in modo che le produzioni che oggi sono maggiormente concentrate in poche settimane siano distribuite in un periodo più lungo, e poi promuovere l’aggregazione tra aziende e addirittura tra Cooperative ed OP, un unico soggetto – ha proseguito – che concentri l’offerta del prodotto sul mercato, con un’unica strategia commerciale. Ma subito, ha chiesto con decisione Aceto, dobbiamo creare le premesse strutturali di sopravvivenza delle aziende, insieme ad Ismea la Regione deve attuare una legge sulla “Ristrutturazione finanziaria delle esposizioni debitorie”. con un preammortamento non inferiore a 3 anni e un ammortamento non inferiore a 15 anni. Ciò ha concluso – consentirà a tutte le aziende agricole, compreso quelle agrumicole, di mettere in sicurezza l’azienda rispetto alle esposizioni accumulate, anche per far fronte alle continue e ripetute calamità e creare un volano di auto finanziamento in tutto il periodo di preammortamento per poter pianificare un piano infrastrutturale d’investimenti, quale quello della conversione varietale”.

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