"Libera Vibo" esprime, oggi, la solidarietà all'imprenditore di Nicotera, Carmine Zappia. "Un esempio di riscatto e coraggio". "Libera Vibo" esprime, oggi, la solidarietà all'imprenditore di Nicotera, Carmine Zappia. "Un esempio di riscatto e coraggio".

“Libera Vibo” esprime, oggi, la solidarietà all’imprenditore di Nicotera, Carmine Zappia. “Un esempio di riscatto e coraggio”.

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A dimostrazione che la vera antimafia non ha giorni di scadenza per manifestare la propria solidarietà, arriva a due settimane dai fatti, l’autorevole solidarietà e vicinanza a Carmine Zappia da parte del Coordinamento dell’associazione Libera di Vibo Valentia. Già a sei giorni dall’accaduto si era riscontrato l’intervento del prefetto di Vibo Valentia, Francesco Zito che riceveva la vittima in prefettura lanciando una sollecitazione a tutte le associazioni ed Enti a favore dell’imprenditore. All’indomani, il Comune di Nicotera, riceveva in Consiglio Comunale l’imprenditore Zappia, manifestando la piena e totale solidarietà e vicinanza, deliberando anche la costituzione di parte civile del Comune al processo. L’imprenditore è stato vittima di estorsione, stando all’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta dal procuratore Nicola Gratteri, portando a termine un’operazione svolta dai Carabinieri della Compagnia di Tropea, con l’esecuzione di un decreto di fermo nei confronti di due persone accusate in concorso tra di loro di estorsione ai danni dell’imprenditore nicoterese.

<Il coordinamento di Libera Vibo Valentia intende esprimere la massima solidarietà e vicinanza all’imprenditore di Nicotera, Carmine Zappia – si afferma nel comunicato stampa del Coordinamento provinciale di Libera – che grazie alla sua denuncia ha premesso ai Carabinieri della Compagnia di Tropea, coordinati dalla Dda di Catanzaro, di arrestare Alfonso Cicerone e Antonio Mancuso, esponenti di spicco dell’omonimo clan. Una vicenda quella del signor Zappia che deve diventare un esempio di riscatto e coraggio da seguire, un monito contro la rassegnazione perché dimostra che certi nomi non sono poi così impronunciabili e l’arroganza di questi criminali è solo un velo dietro il quale si cela una vigliaccheria senza pari.

Non possiamo e non dobbiamo lasciare soli quei commercianti ed imprenditori che decidono di rompere il muro del silenzio, per rivendicare ciò che gli spetta: il diritto al lavoro libero e indipendente da condizionamenti mafiosi ed essere gli unici titolari del risultato della propria attività. Grazie alle storie di coraggio, come quella del signor Zappia, possiamo vincere questa lotta senza trincee contro la criminalità organizzata, solo se, ovviamente, accanto al lavoro encomiabile delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, punti di riferimento fondamentali, si crea una comunità attenta e vigile che decide da che parte stare, oltre i compromessi e i complici silenzi.

Incontro in Prefettura

E’ necessario, oggi, supportare le attività economiche di chi decide di denunciare attraverso un consumo critico e responsabile che possa creare una rivoluzione socio-economica per costruire spazi di economia legale e affermare i principi di una società eticamente orientata. Per tali motivi, abbiamo voluto estendere a livello regionale la campagna “La libertà non ha pizzo” che ha come obiettivo quello di creare una rete solidale tra coloro i quali, commercianti ed imprenditori, hanno deciso di non abbassare la testa davanti alla protervia mafiosa, tra le sue priorità infatti, l’opposizione al racket e all’usura mediante strategie di contrasto fondate su metodi non violenti e sulla tutela del libero esercizio dell’attività di impresa.

In una provincia come la nostra – prosegue Libera –  con elevati tassi di povertà e di disoccupazione giovanile, il cuore della lotta alla ‘ndrangheta si gioca sulla difesa del lavoro libero e del diritto di fare impresa. Ed è per questo che rivolgiamo un accorato appello alle associazioni di categoria affinché escano dal silenzio, prestando la massima vicinanza, supporto e tutela agli operatori economici e sociali da loro rappresentati, vittime di un fenomeno, quello dell’usura e dell’estorsione, che nel territorio vibonese registra delle percentuali tra le più alte d’Italia, e tutto ciò a dispetto del bassissimo numero di denunce che ci restituiscono l’immagine “illusoria” di un’isola felice.

In tale contesto, la potenza della parola di chi denuncia diventa dirompente ed assume un valore simbolico di estrema importanza perché dimostra che ribellarsi si può per recuperare la dignità violata e quel senso di umanità calpestata dall’arroganza mafiosa. Un coraggio che può diventare forza travolgente se non rimane isolato ma riesce a coinvolgere i tanti imprenditori e commercianti che ancora vivono una situazione di sudditanza e libertà negata.

Ecco perché, oltre la nostra vicinanza – conclude la nota di Libera –  esprimiamo immensa gratitudine al signor Zappia perché con la sua denuncia permette a tutti noi di essere più liberi e sicuri nel nostro territorio. Un’attestazione di gratitudine che deve provenire anche da parte delle generazioni più giovani, le quali hanno bisogno, in un tempo fatto di slogan e parole vuote, di esempi credibili e storie di resistenza tangibili per rafforzare i propri ideali e continuare a credere nel riscatto di questa terra>.

Il Coordinamento di Libera Vibo Valentia

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