L’attenzione di queste settimane è rivolta alla Fase 2,alla riapertura delle attività, alla ripresa dell’economia e alla voglia di normalità.
Aldo Polisena del Coordinamento Città della Piana, attraverso una nota inviata agli organi di stampa afferma: ”In questo tempo di difficoltà serve coraggio e impegno per poter investire sul futuro.
Due mesi di chiusure e della quasi totale sospensione delle attività produttive, hanno messo in ginocchio l’intero apparato produttivo del nostro paese ed è stata messa in discussione la fiducia sul futuro.
Al Sud e in Calabria si rischia una vera e propria BOMBA SOCIALE, se non si interviene subito con coraggio ed in modo nuovo”.
Continuando Polisena sottolinea: ”E’ importante investire sul sapere e sulla cultura, ma diventa fondamentale far riaprire le attività commerciali, turistiche e produttive, rendendo efficiente la macchina burocratica che a causa dei suoi ritardi e della sua inefficienza ,rischia di accendere la miccia che innesca la bomba sociale.
Il Decreto liquidità varato il 9 aprile, dopo il lockdown, non è riuscito a far arrivare finanziamenti nelle casse delle aziende.
Il tempo diventa fondamentale in questa battaglia, dalla quale si può uscire non solo disinnescando la bomba sociale, ma nel contempo realizzando un nuovo modello di sviluppo che parta dalla realizzazione di importanti infrastrutture ferme da anni, dotando così il Sud, di servizi e opere necessarie al suo sviluppo”.
E ancora dice: ”Come sosteneva anche Pietro Salini, del gruppo Webuild del Progetto Italia, nel corso dell’apertura del cantiere per la costruzione del 3° megalotto della strada Statale 106 Sibari-Roseto Caposculico, serve un Piano da 100 miliardi per le infrastrutture al Sud.
Il paradosso è che i soldi ci sono, ma non si riesce a far ripartire i cantieri. Quindi si guardi al Modello Genova (il ponte Morandi ricostruito in sei mesi) per far superare le pastoie burocratiche.
Un piano per sbloccare a medio termine grandi e piccole opere nel 2020, già pianificate e a volte pronte con progetti esecutivi cantilenabili tra il 2020/2021/2022”.
Armando Foci, Luigi Ottavio Cordova e Aldo Polisena dell’Associazione “Coordinamento Città della Piana”, insieme ad alcuni dirigenti sindacali, qualche giorno fa,hanno incontrato l’Onorevole Marcello Anastasi, Consigliere Regionale del Movimento “Io resto in Calabria”, fondato dall’imprenditore Pippo Callipo, per fare una valutazione sulla grave crisi in atto e sulle opportunità che questa può innescare.
Serve un processo di rilancio economico attraverso la realizzazione di opere necessarie alla Calabria e alla Provincia di Reggio ,creando nel contempo migliaia di posti di lavoro.
In particolare l’idea per la Piana è quella che può essere sintetizzata in uno schema di territorio raffigurato da tre ANELLI:
1-Recupero delle Taurensi e realizzazione della Metropolitana di superficie che attraversi i comuni della Piana da Gioia Tauro e si raccordi con la stazione ferroviaria a Rosarno con proseguimento verso il grande Porto;
2-completamento della Pedemontana della Piana per contrastare lo spopolamento delle zone interne e contro il dissesto idrogeologico, per far uscire dall’isolamento i paesi dell’interno e la messa in sicurezza della S.S. 682 Rosarno- Gioiosa Ionica, prevedendo il suo raddoppio; ammodernamento strade provinciali ed in particolare la S.P. n.1 Gioia Tauro-Locri.
3-Pista ciclabile della Piana (circa 60 km) in parallelo al percorso della metropolitana di superficie.
Inoltre bisogna puntare al completamento dell’Autostrada del Mediterraneo; all’utilizzo plurimo delle acque della Diga del Metramo; all’immediato avvio della Zes; al completamento delle infrastrutture del Porto; un piano straordinario per l’occupazione di almeno 10.000 giovani nei settori promettenti ed innovativi dello sviluppo socio-economico; rilancio in termini di turismo sostenibile dei piccoli borghi e ricostruzione delle comunità dei piccoli centri che deve passare attraverso le opportunità di lavoro.
Infine Aldo Polisena conclude dicendo: ”Ci aspetta una stagione di incertezza e di limitazione ,ma è necessario riaprire le attività economiche ad attuare un piano strategico infrastrutturale così come fu nell’immediato dopoguerra.
Un piano che ruoti attorno al rilancio delle infrastrutture come volano per la crescita economica e per la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro e per l’ammodernamento del Sud Italia”.