Riserva naturale alla foce del Mesima, la biologa De Marco la sogna così... Riserva naturale alla foce del Mesima, la biologa De Marco la sogna così...

Riserva naturale alla foce del Mesima, la biologa De Marco la sogna così…

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“Un grande giardino intorno al Mesima che costituirà il cuore dell’area protetta. Un paradiso che possa fungere da volano di sviluppo per l’intero territorio”.

Jasmine De Marco

La immagina così, la biologa Jasmine De Marco la “sua” riserva naturale alla foce del Mesima per la quale il consigliere regionale Marcello Anastasi (IriC), vicepresidente della commissione ambiente, ha depositato una proposta di legge. Un progetto che, grazie alle idee dell’assessore regionale all’ambiente, il colonnello Sergio de Caprio, che da tempo afferma di voler fare della Calabria una grande riserva naturale, potrebbe essere approvato al più presto dal consiglio regionale.

La De Marco, quindi, grazie agli approfonditi rilievi che quotidianamente, da anni, sta svolgendo in zona, ricoprirà un ruolo nella realizzazione di quello che adesso è solo un “sogno”. “Ad oggi – afferma –, il mio impegno così come quello del Wwf, è concentrato nell’attività necessaria all’istituzione della riserva naturale protetta, importante per la salvaguardia di quell’area. Dopodiché, speriamo come Wwf di ottenere la gestione e in tal caso sarà l’associazione a decidere se e quale sarà il mio ruolo. In ogni caso mi renderò sempre disponibile ad offrire il mio contributo professionale e di amante della natura per quella che considero la mia seconda casa. Sicuramente, la ricerca scientifica, lo studio ed il monitoraggio delle specie presenti fino ad oggi condotti non possono essere ritenuti conclusivi poiché molte altre sorprese ci riserverà il Mesima in termini di biodiversità. Altre specie devono essere ancora individuate”. Durante i rilievi quotidiani, la biologa nicoterese ha indagato sia la componente vegetazionale che quella faunistica entrambe di rilievo, di notevole pregio con piante protette dalla legge regionale, e specie presenti nell’allegato 1 della direttiva “Habitat naturali” particolarmente tutelate e protette inclusi nella “lista rossa” italiana.

“Sicuramente – dichiara – dovrà essere realizzata un ‘area integrata tra la parte dedicata all’agricoltura biologica alla quale devono essere convertite le colture attuali, piccole forme di allevamento e attività di tipo​ agrituristico, e la parte di riserva integrale dedicata solo alla conservazione e alla tutela delle specie faunistiche e​ vegetali, dove siano vietate la caccia e la pesca di frodo. Un centro visite che sia anche un laboratorio e un​ piccolo centro di ricerca dotato di un impianto di energia fotovoltaica con pannelli che saranno presenti anche sulle pensiline dell’area parcheggio​ esterna alla riserva e sulle costruzioni a servizio dell’area agricola,​ una piccola​ area dedicata alle colture in estinzione, alle sperimentazione genetica e all’​apicultura”.​ Lungo il fiume, per la De Marco, dovrebbe essere realizzato un sentiero ad anello con un ponte a monte che unisca​ i due argini, capanni di avvistamento per gli uccelli, piccole casette per volatili e lo stagno che si forma e scompare naturalmente, la custodia e il mantenimento delle dune e delle specie prioritarie.​ “E poi​ fiori che inondino​ i sentieri – afferma –, le costruzioni​ e tutti​ gli angoli​ non coperti dalla vegetazione ripariale e, infine,​ ​ qualche piccola area picnic destinata ad accogliere i visitatori. Ovviamente non più scarichi illegali, non più rifiuti dentro​ e fuori la riserva, demolizione degli immobili abusivi e un impianto di depurazione naturale a servizio del centro e del corso d’acqua”.

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