Anticipata alla giornata di ieri la commemorazione della Shoah da parte di alunni e docenti delle scuole secondarie di I grado di Nicotera e Joppolo.
Dieci, infatti, le classi che, in modalità remoto, hanno partecipato all’incontro fortemente voluto dal dirigente scolastico Giuseppe Sangeniti per parlare di Olocausto e per un momento di riflessione da dedicare a ciò che è successo durante la seconda guerra mondiale, affinché non si ripeta più negli anni a venire.
Sull’argomento hanno relazionato Patrizia Spadafora, ricercatrice dell’istituto per la ricerca e l’innovazione bio-medica del Cnr che si è soffermata su “Razzismo scientifico ed eugenetica” e l’assessore dell’Unione comunità ebraiche italiane, Sara Modena, che ha raccontato le “Storie di alcune famiglie ebraiche in Italia durante la Shoah”.
L’incontro moderato dal professore Luigi Cariddi, ha offerto ai più giovani un momento per ricordare i 6milioni di ebrei morti durante la seconda guerra mondiale, fra i quali circa un milione e mezzo di bambini. “Gli ebrei – afferma la Spadafora – erano visti dai nazisti geneticamente inadeguati. La razza ebraica era considerata lontana, distante, dei sub uomini. I più piccoli, in particolare, venivano “utilizzati” dai nazisti come cavie per i più improbabili e disparati esperimenti”.
Una famiglia in fuga è quella raccontata dalla Modena costretta a “dileguarsi” per non essere deportata dopo gli eventi dell’8 settembre quando si scatenò la “caccia all’ebreo”. “I miei familiari – dichiara – hanno tentato di fuggire in Svizzera, ma poi sono stati costretti a rifugiarsi in provincia di Modena fino alla liberazione del 25 settembre aiutati in questo da alcuni italiani”.
Spazio, quindi, alle domande dei ragazzi per i quali risulta difficile comprendere il perchè di tanta crudeltà, di un Male assoluto alla cui base c’era il rifiuto di considerare la diversità come arricchimento culturale, ma, soprattutto, come affermato da Liliana Segre, una profonda indifferenza del mondo.