Università della Calabria, una rete tra atenei meridionali per proporre una pedagogia meridiana: “L’educazione come arma per contrastare le disuguaglianze sociali e territoriali”.

Nessun commento Share:

Costruire una rete educativa tra università del Mezzogiorno per proporre nuovi modelli educativi al fine di contrastare le disuguaglianze sociali e territoriali. È quanto emerso nella giornata di studi sul tema “Per una nuova pedagogia nelle università calabresi e meridionali” organizzato dai dipartimenti dell’Università della Calabria Dices (Culture, Educazione e Società) e Demacs (Matematica e Informatica) e dal Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche. Il seminario è stato introdotto dai saluti dei direttori dei due dipartimenti, Roberto Guarasci e Gianluigi Greco, che hanno sottolineato la possibilità di costruire un percorso organico di collaborazione scientifica e didattica tra le due strutture universitarie proprio muovendo da un comune impegno sulla formazione degli insegnanti e degli educatori calabresi. Gli interventi del prorettore dell’Ateneo di Arcavacata, Francesco Scarcello, del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, Maria Rita Calvosa, e del Presidente della CUNSF e prorettore  dell’Università di Milano Bicocca Maria Grazia Riva, hanno poi affrontato alcuni nodi strategici delle politiche educative meridionali, quali digitalizzazione, didattica sociale, valutazione delle competenze, dispersione scolastica, accesso all’istruzione universitaria e diritto allo studio. Riflessioni condotte in un’ottica organica di sistema tra le istituzioni scolastiche e universitarie deputate alla formazione civile e professionale dei giovani.

La relazione di base è stata tenuta da Mario Caligiuri, Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche, che, nel quadro di un’analisi storico e sociale, ha tracciato le linee di una possibile pedagogia meridiana in grado di porre nel dibattito nazionale la questione dello sviluppo del Meridione, ribadendo la centralità dell’educazione per creare classi dirigenti in grado di ridurre le disuguaglianze.

A seguire si sono registrati gli interventi di Edoardo Martinelli, allievo di don Milani; dei docenti dell’Università della Calabria Antonella Valenti, Rossana Adele Rossi, Nicola Trebisacce, Monica Lanzillotta, Giancarlo Costabile; da quelli della Università “Mediterranea” di Reggio Calabria Laura Marchetti, Rossella Marzullo, Viviana Vinci, Rosa Sgambelluri; della Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Anna Maria Murdaca; dell’Università “Aldo Moro” di Bari Loredana Perla; della Università  “Parthenope” di Napoli, Maria Luisa Iavarone.

Le conclusioni sono state affidate a Pierpaolo Limone, rettore dell’Università di Foggia, Antonino Zumbo, rettore dell’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria e Maurizio Sibilio, prorettore dell’Università di Salerno. Le riflessioni hanno preso le mosse dalla qualità degli investimenti del Recovery Fund, che ribadiscono la centralità del capitale umano per la modernizzazione del Meridione, che investe direttamente gli atenei delle regioni meridionali. Altro aspetto nodale toccato è stato il legame tra teoria pedagogica e prassi educativa per avviare un profondo processo di trasformazione dei territori nella direzione strategica del contrasto alle disuguaglianze sociali e alle povertà educative. L’iniziativa si è svolta con la collaborazione del progetto “Barbiana 2040”, voluto dagli allievi di don Lorenzo Milani del gruppo storico di “Lettera a una professoressa”. Il webinar ha costituito un primo momento di riflessione sulla necessità di una nuova pedagogia nelle università calabresi e meridionali, al quale seguiranno altre importanti iniziative scientifiche promosse dall’Università della Calabria per porre l’educazione nel dibattito culturale, politico e scientifico nazionale.

 

Condividi questo Articolo
Previous Article

Tirocinanti calabresi: Le ultime affermazioni dell’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso: Esclusa contrattazione per i circa i 7.000 tirocinanti calabresi per mancanza di fondi a cui attingere e ogni decisione riguardo al loro futuro viene nuovamente rimessa al Governo centrale.

Next Article

A Nicotera in arrivo oltre due milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio

You may also like